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Sorpresa: stupore, sbalordito!

Sorpresa: stupore, sbalordito!
Sorpresa: stupore, sbalordito! La sorpresa, questa bella emozione, mi prende all’improvviso e sa ghermire subito l’intero animo. Qualcuno, non ricordo più, mi ha detto che la sorpresa sia la più transitoria delle emozioni perché ha una durata inferiore alle altre possedendo dentro di sé un cronometro impostato con il conto alla rovescia. Si è vero, la sorpresa come un fuoco che veloce divampa ed alza veloce le alte lingue fiammeggianti poi scompare in fretta, si dilegua. La sorpresa evapora in fretta, come un leggero soffio se ne va, ma lascia un segno nell’animo, perché le emozioni sono solo grumi della mia essenza, ingredienti della mio vivere quotidiano, ma sono l’essenza del mio costante divenire. La sorpresa è simile a Proteo, l’antica divinità del mare che muta continuamente forma che secondo antichi miti sapeva prevedere il futuro se si era in grado di catturarlo, ecco allora che la sorpresa si trasforma velocemente in diverse altre emozioni che toccano le corde del mio animo facendole vibrare poi in altre emozioni. Come già detto la sorpresa ghermisce il mio animo e se la presa è particolarmente forte mi colpisce e quindi si tramuta in stupore. Ritengo lo stupore stupendo, che mi colpisce, già, perché lo stupire deriva in modo diretto da un verbo latino, stupere, che voleva dire essere stordito, restare attonito, letteralmente restare colpito. Lo stupire è dare un pugno, una manata, una stoccata. Essere stupiti qualche volta significa restare bastonati da uno schiaffo o restare trafitti da un dardo, che può essere dolce e irrazionale come quello che ama scagliare Eros quando vaga nel cielo sopra le teste degli umani. Lo stupore è un colpo, dunque, con il significato che emerge dal confronto con il verbo del greco antico typto, colpisco, percuoto, e con il sostantivo sempre greco typos, colpo ma anche impronta, marchio, sigillo, impressione. Essere stupito mi riporta quindi all’idea del sigillo, di chi vuole stupirmi sa imprimere in me. Essere stupito non a caso significa anche essere impressionato. Parente stretto dello stupore è la stupidità. La persona stupida è tale perché è stordita da un colpo, resta attonita di fronte agli eventi, appare incapace di rialzarsi dopo che è stata percossa. Anche in questo caso la parola stupidità, dal latino stupidus, deriva sempre dallo stesso verbo stupere, da cui deriva stupire. Se osserviamo un dipinto in una chiesa o antica dimora, col naso all’insù e con la bocca aperta, sicuramente non si capisce in quel momento se sono stupido o stupito, anche questo è l’effetto dello stupore. Del resto, se lo stupore cioè il colpo che ho ricevuto è proprio forte, mi posso scoprire sbalordito. E con questa parola tocco l’ennesima corda del mio animo, in questa stupefacente riflessione. Il lemma sbalordire porta in sé le tracce del balordo, che in origine non era per lo più uno sbandato, oggi un mezzo malvivente emarginato che frequenta persone poco raccomandabili. In origine il balordo era per lo più una persona instupidita per la sorpresa di qualcosa, intontita da qualche indisposizione. Insomma, un balordo indicava tardo di mente, sciocco, stupido, tonto. Sbalordire a volte significa quindi farmi diventare balordo, come se il colpo sferrato con potenza dallo stupore portasse a tal punto sorpresa da lasciare intontiti e tramortiti. La sorpresa abbaglia sempre il mio animo, riflettere sul senso della sorpresa, su ciò che all’improvviso mi ha fatto emozionare facendomi pulsare più forte il sangue nelle vene, aiuta a rendere la mia esistenza più lieta. Un momento di gioia mi prende sempre di sorpresa. Non sono io ad afferrarlo, ma è lui ad afferrare me, che bella la vita una sfida con mille sorprese, e allora cerco di viverla con ottimismo e amore. Buona vita a tutti Favria, 23.02.022Giorgio Cortese Buona giornata. La gioia più bella della vita sta nel rivedere sorgere il sole, là, dove si era persa ogni speranza. Felice mercoledì.
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