Rivivere la storia. Il libro del signor PierAntonio Opezzo, già distribuito dal Comitato San Grato di Favria in occasione della ricorrenza Ognissanti all’ingresso dell’androne del cimitero, vicino alla millenaria chiesa, è più che un libro di storia su Favria, è un viaggio della memoria con gli occhi del ricordo dell’autore. Il libro sarà ufficialmente presentato sabato 13 novembre alle ore 16,00 nella Biblioteca Comunale in corso Matteotti 8 con il Patrocinio del Comune di Favria dal Comitato San Grato e Unitre Rivarolo Canavese, Favria, Feletto. In questo libro ripercorriamo con l’autore luoghi e monumenti Favriesi, ci sembra di rivivere con lui le domeniche estive a spasso con il nonno gustando un gelato e osservando con i suoi occhi luoghi e monumenti che adesso distrattamente osserviamo. Il titolo “Il Feudo di Favria” è già evocativo e ricorda subito la peculiarità del territorio Favriese, feudo prima del Monferrato e poi dei Savoia. Con questo libro l’autore con la sua memoria illumina una luce che illumina la strada del futuro della nostra Comunità. Leggendo questo libro mi viene in mente una frase di Cesare Pavese nel suo libro “Il mestiere di vivere”: “Quando un popolo non ha più un senso vitale del suo passato, si spegne. Si diventa creatori anche noi quando si ha un passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia.” Ed è vero, leggendo questo libro affiorano ricordi che mantengono vivo il passato, nella vita di oggi, sempre più frenetica chi non ricorda non vive. La memoria oggi più che mai nell’era di internet, delle mail, sms, whatsapp, dei social è vitale e forza creatrice per il futuro. Grazie all’autore con il suo mattone di memoria che consegna alla nostra Comunità valori di conoscenza, di eredità culturale, un mirabile patrimonio che i favriesi che hanno soggiornato qui, e che riposano nel cimitero locale, hanno prodotto e custodito. Io non sono favriese di nascita ma di adozione e permettetemi di dire che i nostri antenati ci hanno lasciato, guardando la millenaria chiesa del cimitero, San Pietro Vecchio, oggi San Grato ci hanno lasciato uno scrigno di tradizioni per andare avanti ci permettono di non partire da zero, ma ne sono il valore aggiunto. Nel libro dell’autore il passato è simile ad una sorgente che alimenta il fiume del presente e ci spinge verso il futuro. Mi è piaciuta personalmente “Discours d’une dèputation des fleurs de Favria à Mademoiselle R. G” una delicatezza che ci deve fare riflettere oggi con sms e altri messaggi su cellulare sempre più sintetici e artificiali, senza lasciare trasparire tra le righe le passioni che allora ne erano parte principe. Con questo libro l’autore pone un mattone sul muro della storia della nostra Comunità, perché tutti noi, con il nostro agire e la brevità della nostra esistenza, siamo solo delle pennellate di pittura, ma solo con i mattoni, come questo libro, mattoni estrapolati da documenti che altrimenti starebbero fermi in qualche angolo di un archivio e mai condivisi, permette di edificare quel muro ideale dove tutto il quadro della Comunità risplende nella luce della storia e del ricordo. Sono i mattoni, i libri come quello dell’autore che permettono al muro del ricordo di rimanere di passare il testimone della memoria alle successive generazioni. Ogni giorno se ci pensiamo bene sprechiamo un sacco di tempo per rimediare alle cose che cerchiamo. Ogni giorno che passa le cose da ricordare aumentano: nomi, password, appuntamenti. Siamo bombardati da nuove informazioni ma il nostro cervello riesce a conservarne solo una minima parte: la memoria è sempre stata importante e il suo allenamento dovrebbe essere considerato formativo per il carattere. Con l’avvento della stampa diventò sempre meno importante ricordare ciò che la pagina stampata poteva ricordare al posto della memoria umana. Nel passato la memoria era il fondamento della cultura, ma gradualmente è stata soppiantata da un’infinità di supporti esterni. Se la memoria è il mezzo con cui conserviamo quello che consideriamo prezioso, essa è legata alla nostra transitorietà, bravo l’autore di fissare su carta questo spaccato di storia favriese per la nostra memoria. Favria, 10.11.2021Giorgio Cortese Buona giornata. A novembre comincio a rendermi conto di quanto sarà lungo l'inverno, ma poi finisce. Felice mercoledì
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