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Chivasso. E' iniziata l'era dell'Abbà Zollo

Chivasso. E' iniziata l'era dell'Abbà Zollo

Il sindaco Ciuffreda e l'Abbà Zollo

Roberto è un caro amico e mi ha detto: ‘il sindaco lo voglio fare’. E allora perché, non farglielo fare...”. L’investitura ricevuta ieri, domenica 16 febbraio, dal primo cittadino Libero Ciuffreda sa quasi di passaggio di consegne. E’ Carnevale e ogni scherzo vale, per carità, ma nel pubblico presente sotto il balcone di Palazzo Santa Chiara c’è chi, come Giovanni Scinica ad esempio, avrà pensato di infilarsi le mani “lì” a sentire Ciuffreda presentare il sessantunesimo Abbà dello storico Carnevale di Chivasso, Roberto Zollo, come sindaco della città. Tiè, tiè tiè. Di scongiuro in scongiuro, l’investitura del 61esimo Abbà del Carnevale non poteva non avere accenni alla politica. Un po’ perché l’Abbà 2014 ha un passato come presidente del Consiglio comunale all’epoca delle amministrazioni di centrodestra. Un po’ perché, a pochi metri dalla lettura del proclama, si votava per le primarie del Partito Democratico. E un po’ perché lo stesso Zollo, nel leggere il suo proclama, ha fatto riferimento alle “larghe intese” con cui cercherà di “governare” questo Carnevale che entra nel vivo. Un pensiero alla candidatura a sindaco Zollo potrebbe farlo per davvero, da qui alle amministrative del 2017. Per intanto, però, il 61esimo Abbà del Carnevale ha tutto il tempo di godersi la festa e di prepararsi il terreno. Dopo la presentazione del giorno dell’Epifania, domenica c’è stata la cerimonia ufficiale con il passaggio di consegne tra l’Abbà 2013, un abbronzatissimo Gianfranco Scoppettone, e il commercialista, grande appassionato di calcio e coordinatore Telethon della Provincia di Torino, che resterà in carica per tutti i prossimi dodici mesi. Zollo, dopo la benedizione del Vescovo Monsignor Aldo Cerrato durante la Santa Messa in Duomo, ha ricevuto in piazza Dalla Chiesa le chiavi della città dal sindaco Ciuffreda. Poi, è salito sul balcone di Palazzo Santa Chiara da cui ha letto il proclama che apre il suo regno. Un proclama che è già nei nuovi record del Carnevale, se non altro per la sua durata. Undici minuti per dire che la sua passione per l’Abbà è nata da quando, bambino, vide il Giacoletti sfilare per Chivasso. Undici minuti per dedicare la festa a chi fu tra i promotori del Carnevale, don Piero Bertotti, parroco del Duomo, scomparso lo scorso autunno. Undici minuti per rivolgere un pensiero ai suoi familiari e ai suoi amici e per enunciare le sue intenzioni goliardiche per le prossime settimane. Undici minuti per ricordare i meno fortunati che aiuta con Telethon e per ringraziare la Pro loco l’Agricola per l’opportunità che gli ha concesso. In conclusione, pochi secondi, tra gli applausi degli amici presenti di sotto, per salutare Chivasso e i chivassesi. E per chiedere scusa, in piemontese, per il suo “dialet”...
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