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26 Maggio 2021 - 11:53
Immaginate la scena: una mamma e un papà piangono affranti i loro due bambini a terra, morti in seguito a un bombardamento.
È impressionante, ma vero.
Si tratta della fotografia shock pubblicata dall’Osservatore Romano nei giorni scorsi. Il tema è il conflitto israelo-palestinese, eravamo piccoli e da quelle parti già se le davano.
Non se ne vede la fine, anzi, ogni tanto salta fuori qualcuno, o qualcosa, che “destabilizza l’area”, così almeno scrivono i giornali, e alè, giù mazzate.
Ce l’hanno quei signori il senso della realtà? Lo sanno che in guerra si spara, e qualche volta lo si fa nel mucchio? Altro che missili intelligenti! Non si fa umanità con le armi, e laddove si è preteso di portare democrazia a colpi di bombe non si è risolto nulla: anzi, migliaia di vittime da una parte e dall’altra, militari e soprattutto civili, ovvero uomini, donne, bambini inermi.
In Italia, quando si sentivano in passato venti e notizie di guerra, genti di tutti i colori si mobilitavano contro le bombe in questa o quell’altra area del mondo.
Oggi, a parte le strutture cattoliche, scout, parrocchie, Cei e, soprattutto, Papa Francesco, sulla pace nessuno muove foglia, e anche a Settimo non si vede granché, dei conflitti sparsi nel mondo nessuno parla: si sentono in giro tanti tifosi di una parte e dell’altra, neanche si trattasse del Toro e della Juve, ma di pace nemmeno l’ombra.
Pensate fosse accaduto da noi: una bomba che uccide due bambini... Ho ben chiari i racconti di mio nonno sulle sue esperienze in battaglia: la paura, l’angoscia per il fuoco nemico e anche un po’ per il tuo, i comandanti tuoi più ostili dei fanti avversari, il sangue, il timore di non tornare. Il medio oriente ha bisogno di pace perché noi abbiamo bisogno di pace! Altrimenti tra un secolo saranno ancora lì, coltello tra i denti, a spararsi addosso anziché dialogare.
Sul conflitto in Palestina mi aspetterei, come in passato, i consigli comunali con voto unanime e contrario, le marce per la pace, i richiami sui media, gli appelli in Parlamento. Dentro tutti, allora: movimenti laici e confessionali, ambientalisti, partiti, sindacati, artisti, uomini e donne di cultura, studenti. Diciamo forte che la guerra, l’ennesima inutile, mostruosa guerra, non la vogliamo.
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