A come Afrodite! Afrodite era, nella religione e nella mitologia greca, la dea della bellezza, ma anche della fertilità, dell’amore e della procreazione. Secondo alcuni, si tratta di un culto di derivazione orientale, per altri invece di derivazione fenicia. In ogni caso, fu ellenizzata da Omero nell’Odissea, poema nel quale è scritto che è originaria di Pafo, nell’isola di Cipro. La dea Afrodite era una delle dee più importanti e venerate nel pantheon greco, a lei furono dedicati moltissimi templi, culti e celebrazioni religiose. Nei poemi e nelle diverse versioni dei miti, si presenta spesso come dea gelosa, passionale, consapevole della propria bellezza, sensuale e facile all’ira ed alla vendetta, soprattutto nei confronti di coloro che pretendono di strapparle i suoi amanti, o anche solo di volerli condividere. Fu senza dubbio per la sua luminosità che il pianeta Venere venne chiamato dai Babilonesi la stella di Ishtar, una dea dell’amore e della guerra stretta parente della greca Afrodite, il cui nome latino è appunto Venere, dal sostantivo neutro venus che significa desiderio sessuale. Invece Afrodite divinità ellenica dell’amore e della bellezza, derivava il suo nome dalla parola greca aphros, schiuma. Esiodo tramanda che la dea fosse nata dalla schiuma prodotta dai genitali evirati di Urano, il Cielo, dopo che il figlio Crono, il Tempo, li aveva gettati nel mare. Afrodite era venerata anche come dea del mare e dei marinai, della guerra, specie a Sparta, ma soprattutto dell’amore e della fertilità. Omero la chiama Cipride, cioè di Cipro, ma oggi la colleghiamo alla grande divinità dell’amore e della guerra del Vicino Oriente, l’accadica Ishtar, di cui si è detto, l’Inanna mesopotamica, l’Astarte dei Fenici e dei Cananei, citata nella Bibbia come Astaroth. Famosa per le relazioni amorose e adulterine con uomini e dèi, in Omero è la sposa insoddisfatta dello zoppo Efesto, che tradisce con Ares, dio della guerra. La dea aveva avuto diversi amanti mortali, come il troiano Anchise, con cui genera Enea, o il bellissimo Adone che era figlio di Cinira, re di Cipro e sacerdote di Afrodite. Afrodite si uni anche con il mortale Bute, che era fratello di Eretteo, il suo gemello, Procne e Filomena, ed era era considerato il più grande apicoltore dell'antichità. Bute partecipò alla spedizione degli Argonauti di Giasone per recuperare il vello d’oro, sulla via del ritorno passarono vicino all’isola delle sirene e il canto magico stava per ammaliare l'equipaggio quando Orfeo, il mitico cantore, intonò una melodia ancora più affascinante. Fra tutti, il solo Bute si gettò in mare, ma venne tratto in salvo da Afrodite che, per ingelosire il bell’Adone, passò molte notti con lui sul Lilibeo, facendo di lui il suo amante. Da lui Afrodite ebbe Erix, futuro ottimo pugile e re di Erice in Sicilia e una fimma femmina Didamia. Con il dio Marte, Ares, Afrodite generò Eros, Cupido, dio dell'amore, fratello di Anteros, dio dell'amore ricambiato, Armonia, Deimos e Fobo. Ecco che l’associazione di Afrodite con Eros, le Grazie e le Ore ne enfatizza il ruolo di dea della fertilità. Il poeta romano Lucrezio la onora come Venere Genitrice, Venus Genetrix, principio creativo alla base del mondo. Afrodite veniva anche chiamata Urania, Celeste e Pandemos, di tutto il popolo. Venere era associata alla bellezza e per questo è una figura dell’arte, raffigurata nelle immagini più antiche dipinta vestita, mentre nella scultura del V secolo a.C. è nuda dove l’Afrodite Cnidia di Prassitele diventa il modello per tante sculture successive, come la Venere di Milo. L’identificazione di Venere con Afrodite avviene in tempi antichi, famoso è in Sicilia il culto di Venus Erycina, cioè di Erice, che deriva dal culto fenicio di Astarte fenicia che viene poi assimilato con Afrodite, dopo la Seconda guerra punica. A Roma, un tempio a Venere Ericina fu innalzato sul Campidoglio nel 215 a.C. Un altro, sorto fuori dalla Porta Collina nel 181 a.C., diventò il centro di culto delle prostitute, mentre Venus Verticordia, che cambia i cuori era, in, la protettrice della castità femminile. L’importanza della dea aumentò quando Giulio Cesare rivendicò che la sua famiglia discendesse da Venere tramite Iulo, il figlio di Enea, ed edificò nel Foro Giulio il tempio a Venere Genitrice, mentre Cleopatra altrove si faceva ritrarre come Afrodite con al collo Eros, allusione al figlio avuto dal dittatore. In Egitto la dea venne accostata a Iside, moglie di Osiride, ma anche ad Hathor, dea dalle corna di mucca, simbolo gioioso di amore sessuale e al tempo stesso inquietante intermediaria tra vita e morte veniva identificata con lei. Favria, 2.05.2021 Giorgio Cortese A volte non posso vedere me stesso chiaramente finché non mi vedo attraverso gli occhi degli altri. Dona il sangue e sii un eroe nella vita di qualcuno. Il sangue è destinato a circolare. Condividilo! Ti aspettiamo a Favria VENERDI’ 7 MAGGIO 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827- grazie se fai passa parole e divulghi il messaggio
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