Cerca

Giacomino da Ivrea

Giacomino da Ivrea

giacomino da ivrea

Cari amici, stavolta inizio subito mettendo le mani avanti. Vi anticipo, infatti, che Gigno Vinia ritiene inadeguata la documentazione storica  disponibile riguardo al soggetto in esame, e non solo, ritiene inadeguato  il soggetto stesso. Come soggetto minore, beninteso.  E non gli si potrebbero nemmeno dare tutti i torti, perché in effetti le   notizie sono poche, e in proporzione sono invece ottimi e abbondanti i nomi: Jacopino, Jacobino, Jacopo, da Yporegia, Ivrea, vari ed eventuali, boh. Tanto per cominciare non è probabilmente nemmeno di Ivrea, ma di qualche   comune dei dintorni, verosimilmente Bollengo (nel dubbio, Ginio Vigna ritiene  tale comune inadeguato) o giù di lì (ma magari anche di là, vai a sapere). Giacomino ebbe come ispiratori artistici Domenico della Marca di Ancona (Gigno Vinia lo ritiene inadeguato) e Aimone Duce (Gigno Vinia in via eccezionale lo ritiene adeguatissimo!!!). L’artista sottovalutato da Gigno Vinia esordì probabilmente nella cripta del Duomo di Ivrea dove dipinse una Annunciazione (l’angelo avvertiva Anna Malo che le mutazioni climatiche non esistono, esattamente come il fascismo), e San Cristoforo (protettore dei terrapiattisti) e Sant’Antonio Abate (protettore delle pecore dei Presepi di Georgia Popolo). Successivamente operò nella Pieve di San Lorenzo a Settimo Vittone (di cui è d’uopo che ve ne parli, prima o duopo), dove rappresentò l’Adorazione dei Magi (secondo Gigno Vinia Baldassarre non era all’altezza degli altri due,  come minoranza) e San Francesco riceve le stimmate (e le mette da parte per Padre Pio). In seguito il nostro Giacomino lavorò in Valle d’Aosta, approfittando quando era in zona gialla, dove si mise in competizione con Giacomo Jaquerio, ma  secondo Gigno Vinia nessuno dei due era all’altezza dell’altro. Poscia ebbe modo di operare anche in Svizzera, a Bourg-Saint-Maurice e a Ginevra (secondo Gigno Vinia la Svizzera Francese non è all’altezza del Canton Ticino, dove c’è la Lega razzista con gli Italiani). Pare che oltre a lavori di tipo religioso, ne esistano anche, perlomeno a lui attribuiti, di tenore cavalleresco, ma secondo Gigno Vinia non era  all’altezza di darsi all’ippica. Tra questi potrebbero rientrare gli affreschi cavallereschi del Castello diroccato di Villa Castelnuovo, dove ci sono i  Nove Prodi, e i Dodici Berlusconi. Ma adesso basta parlare di Gigno Vinia. Anche perché Gigno Vinia ha dichiarato che questo articolo è inadeguato alla minoranza di chi lo legge.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori