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Dal mantilè al mandillo, matilla!

Dal mantilè al mandillo, matilla!
Dal mantilè al mandillo, matilla! In piemontese il mantilè è il fabbricante di tovaglie, da li la parola manila, tessuto lavorato come una tovaglia e la mantilarìa, biancheria da tavolo. Da questa parole deriva la voce mant, mantelletta, manto e desmantè togliere il mantello, mantel, mantello e mantlura. Ammantatura, copertura. La parola ha una lontana origine dal tardo latino mantum, manto che deriva da mantellum, involucru, copertura. Il mantellum, come ampia tovaglia era usata in epoca carolingia dai Franchi in sostituzione del lungo mantello germanico, una coperta troppo corta pere riparare dal gelo a cavallo ma molto pratica in battaglia. La parola è arrivata nel tardo latino dal lemma greco mandilion era la parola che indicava panni e pezzi di stoffa. Questa parola diventò parte anche della lingua araba, mandil, sempre con lo stesso significato. E da qui è derivato successivamente anche il latino "mantellum". Passando tramite il volgare, la parola venne mantenuta in genovese, e diventò mandillo o mandile. Fazzoletto, specialmente quello che le donne portavano in capo, annodato sotto la gola e ricadente sulle spalle, oppure inamidato e disposto come un vero copricapo. In dialetto genovese i mandilli sono i fazzoletti, e che questa parola ha un doppio significato: da una parte le tradizionali pezze di stoffa, dall'altra i mandilli, spesso detti per intero mandilli de saea, fazzoletti di seta, sono le lasagne genovesi, un formato di pasta della tradizione, amatissimo nel capoluogo ligure, e da mangiare rigorosamente con il pesto. In italiano la parola fazzoletto invece ha tutt'altra origine, e arriva da fazzòlo, dal latino medievale faciolum, derivazione di facies, cioè faccia, con cui si indicava per lo più il quadrato di stoffa da mettere intorno al collo o sul capo. Anche la mantilla spagnola deriva dallo stesso etimo. Secondo la tradizione le donne spagnole indossano la mantilla o mantiglia, fatta di pizzo bianco, nel corso di una processione della Settimana Santa in Spagna. Lòa mantilla è un tradizionale spagnola di pizzo o di seta velo o scialle indossato sopra la testa e le spalle, spesso nel corso di un alto pettine chiamato Peineta , popolare con le donne in Spagna . E’ anche indossato, senza il Peineta, da ortodosse orientali donne in Russia , spesso bianche, con le estremità incrociate sul collo e coperto sopra la spalla opposta. La forma, il design e l'uso sono diversi da un normale velo. Tornando alla mantilla come ornamentale leggero è entrato in uso nelle regioni più calde della Spagna verso la fine del 16 ° secolo, e quelle di pizzo è diventato popolare con le donne nel 17 ° e 18 ° secolo, viene raffigurato in ritratti di Diego Velázquez e Goya. Nel 19 ° secolo, la regina Isabella II ha incoraggiato attivamente il suo utilizzo. La pratica diminuita dopo la sua abdicazione nel 1870, e nel 1900 l'uso della mantiglia divenne in gran parte limitato a occasioni formali, come le corride, la Settimana Santa e matrimoni. La speculazione che è stato originariamente indossato dalle donne della Andalusia regione della Spagna, presumibilmente a causa di influenze islamiche, è infondata. Dal 16 ° secolo in poi, come gli spagnoli si insediarono in Messico, America centrale e meridionale, hanno portato il costume culturale tradizionale di indossare la mantiglia con loro. Infine la peineta, simile nell'aspetto a un grande pettine, è usata per reggere una mantilla. Questo pettine ornamentale, solitamente di colore tartarugato, è nato nel XIX secolo. È costituito da un corpo convesso e da una serie di punte ed è spesso usato insieme alla mantilla. Aggiunge l'illusione di un'altezza extra a chi lo indossa e mantiene anche i capelli in posizione quando indossati durante matrimoni, processioni e balli. È un elemento coerente di alcuni costumi regionali di Valencia e dell'Andalusia e si trova spesso anche in costumi usati nella musica e nella danza influenzata dai moreschi e dagli zingari chiamata Flamenco. Favria, 31.03.2021 Giorgio Cortese A Pasqua apro le uova ma la sorpresa più belle non le trovo dentro, ma fuori. Sono le persone che incontro e, non ne scarto nemmeno una. Buona Pasqua. Ti aspettiamo a Favria MERCOLED I’ 7 APRILE 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827- grazie se fai passa parole e divulghi il messaggio
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