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Mai più cani zozzoni, arriva l'esame del Dna della cacca

Non c'è più scampo per i cani cagoni. Il consiglio comunale, all'unanimità, dichiara guerra ai vari Fido, Fuffi e Pallino che scagazzano sui marciapiedi senza che il loro padrone pulisca come si conviene. E lo fa con mezzi avveniristici, paventando pure la possibilità di ricorrere al test del Dna della cacca - non è uno scherzo - per risalire all'identità del quadrupede dall'intestino esuberante. Il parlamentino ha approvato un nuovo regolamento per tutelare gli animali, un documento piuttosto lungo che limita l'utilizzo dei “botti”, regola le attività dei circhi e affronta il problema delle colonie feline. Tutte battaglie sacrosante, ma mai quanto il giro di vite contro il proliferare della cacca sui marciapiedi, tema peraltro di assoluta priorità sociale, specie in tempo di crisi economica. Ora, per essere precisi, il ricorso al test del Dna della pupù non è ancora stato stabilito, ma l'assessore Fabrizio Puppo non ha escluso che in futuro si possa attuare, “come ha già fatto il comune di Napoli”. E poi dicono che Puppo (che è pure candidato sindaco del Pd), sta sempre zitto, non prende mai posizione e non lancia nessuna proposta. Che tacciano ora, i maligni: l’aspirante sindaco, su cacche&affini, è almeno dieci anni avanti. Comunque a Napoli funziona così: i proprietari dei cani sono obbligati a iscrivere le bestiole all'anagrafe canina e a raccogliere in una banca dati il loro Dna. Dopodichè il gioco è semplice: si preleva un po' di cacchina dal selciato, la si manda in laboratorio e zac! Si individua il proprietario zozzone e scatta la multa, in cui sono compresi i costi per gli esami. L’incarico è assegnato ad uno speciale reparto della polizia municipale. Entusiasta all'idea Felice Scavone, “perchè in questo paese le cose le capiamo solo quando ci multano”. Però la questione presenta qualche problema pratico. Primo: se uno ha un chihuahua che produce una cacchina striminzita, deve pagare lo stesso del proprietario di un alano che sforna una torta da un chilo e mezzo? Non sarebbe questo un grave atto di discriminazione, o peggio, di razzismo intestinale? Per non parlare del fatto che bisognerà spiegare ai vigili (che fra un arresto e l’altro si sa, hanno un sacco di tempo libero) che dovranno mettersi lì a collezionare con le pinzette campioncini di cacca da inviare ai Ris di Parma. L’alternativa sarà istituire un nuovo corpo speciale, i “popò-hunters” dell’Unione Net (selezionati in base al loro olfatto) che escono la mattina per setacciare il territorio vestiti di nuovissime divise (marroni) e prelevano con speciali siringhe sterili campioni dei “corpi del reato” da portare in centrale a fine giornata. Se non altro, almeno loro saranno giustificati quando, al rientro a casa, dopo che la moglie chiederà loro: “Com’è andata oggi, caro?”, risponderanno: “Una bella giornata di m...”
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