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CHIVASSO. Al Rotary il Covid-19 raccontato da una ricercatrice

Non si ferma l’attività del Rotary, nonostante le restrizioni imposte dalle misure anti Covid-19. Non è più possibile organizzare cene conviviali, ma online, con le tecnologie a disposizione, i rotariani stanno continuando ad incontrarsi.

Giovedì sera, giorno abituale delle conviviali ai Rolandini, ad esempio, si è svolta una videoconferenza organizzata dal Rotary Club di Chivasso sul tema del Covid-19 e dei vaccini. Relatrice la dottoressa Rita Carsetti, responsabile UOS Diagnostica Immunologica e Responsabile Unità di ricerca Fisiopatologia dei linfociti B dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma. Il titolo della relazione: “La memoria immunologica e la difesa dalle infezioni: cosa è successo con il coronavirus e perchè ci salveranno i vaccini”.

Dopo i saluti del presidente del Rotary club Emanuele Ossola la parola è passata  a Franca Fassio che ha presentato la relatrice: laureata in medicina e chirurgia all’università “La Sapienza” di Roma con specializzazione in ostetricia e ginecologia, subito dopo la specializzazione ha ottenuto un post-dottorato all’Università di Houston in Texas dove ha lavorato nel laboratorio di oncologia ginecologica. Ha poi intrapreso un percorso durato 13 anni al “Max Planck Institute for immunobiology” di Friburgo dove ha svolto un secondo dottorato ed è stata a capo dell’Unità di citofluorimetria a flusso Senior Scientist del dipartimento di immunologia molecolare. Qui ha lavorato con il professor Georges Köhler vincitore del premio Nobel per la medicina nel 1984 per il tuo lavoro sul sistema immunitario e la produzione di anticorpi monoclonali. Dal 2000 la dottoressa Carsetti lavora all’ospedale Bambin Gesù dove è stata direttrice dell’area di ricerca immunologica e si è sempre occupata dello sviluppo dei linfociti B e dello studio delle cellule B della memoria .

Molto interessante e chiara la relazione della dottoressa Carsetti che ha spiegato come agisce il virus Covid-19: “Il nostro corpo non è pronto a difendersi da questo virus perché non lo ha mai incontrato prima e perché è un virus che infettava i pipistrelli, anche per questo il nostro sistema immunitario ha difficoltà a riconoscerlo e combatterlo, inoltre per come è strutturato il virus Covid-19 stimola poco il sistema immunitario dell’uomo che quindi fatica a produrre anticorpi per combatterlo”. Interessante il discorso sul plasma iperimmune: “è efficace, ne servono circa 200ml a paziente e deve essere prelevato da una persona che è stata ammalata gravemente e quindi ha prodotto molti anticorpi, quindi il plasma ricavato da una persona serve a curare un solo paziente ed è per questo che pur essendo una cura valida non è applicabile su larga scala”.

La relatrice ha poi parlato dei tipi di vaccino che sono in corso di studio e realizzazione e della loro efficacia.

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