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04 Novembre 2020 - 16:27
Compirà novantanove anni il prossimo 5 novembre Benedetto Balsamo, partigiano delle formazioni Garibaldi, quelle che, fin dal settembre 1943, operarono nelle valli di Lanzo sotto il comando di Gian Battista Gardoncini, catturato e fucilato in via Cibrario a Torino, l’11 ottobre 1944. Assumendo il nome di battaglia «Bene», Benedetto Balsamo resterà in questa formazione da febbraio alla fine di settembre del 1944 per poi passare alla 1a Brigata «Eusebio Giambone» operante in Torino, rimanendovi fino alla Liberazione.
Nato a Catania il 5 novembre 1921, secondo di quattro figli, la sua famiglia si trasferisce a Torino negli anni Trenta dove, già da ragazzo, Benedetto troverà lavoro nel settore metalmeccanico. Dopo la guerra e l’esperienza partigiana, la sua vita lavorativa di operaio specializzato si svolgerà tutta alla «Fausto Carello», nel reparto «Prototipo-Esperienze» di strada del Drosso. Produttrice di fari per le automobili, negli anni Cinquanta la «Carello» divenne fornitore unico della Fiat arrivando, negli anni Ottanta, ad occupare sino a 2000 dipendenti.
Rimasto vedovo prestissimo, Benedetto abitava con l’unica figlia Enrica in via Spontini, in Barriera di Milano, trasferendosi a Settimo Torinese negli anni Ottanta, in un nuovo complesso edilizio di via della Costituzione.
«Mio padre non ha mai amato il latte», dice la figlia Enrica. «Quand’ero bambina, non volendomi dire di più, mi raccontò che quand’era partigiano con Gardoncini ed erano giorni che facevano la fame, arrivò del latte con della polenta e nient’altro. Perciò lui continuò il digiuno. Sicuramente – conclude Enrica - a mio figlio ha raccontato di più, mostrando anche qualche fotografia di quand’era in banda con i suoi compagni».
Per il suo novantanovesimo compleanno, l’Associazione Nazionale Partigiani di Settimo Torinese, invia i propri affettuosi auguri al partigiano «Bene» e alla sua famiglia.
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