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SETTIMO. Il Festival dell’Innovazione conclude con amore e crimine

I comportamenti umani si possono prevedere e simulare.

Ne hanno discusso Giulia Andrighetto del CNR e Gerardo Salvato dell’Università degli Studi di Pavia, durante l’incontro “Simulare l’umano”, sabato 17 ottobre alle ore 18 presso la biblioteca Archimede. Ha moderato la giornalista Nicla Panciera. I ricercatori hanno affrontato i due principali problemi su cui basare la risposta  alla domanda iniziale e cioè come gli esseri umani prendono le decisioni e in che cosa consistono i processi decisionali attraverso i quali una persona sceglie sia come singolo individuo e sia, ma soprattutto, come membro del gruppo di appartenenza.

L’intento è quello di studiare, di analizzare e di creare quelli che vengono definiti gli “Agent Based Modelling” e cioè delle piccole società in cui gli agenti, ovvero i personaggi di un video gioco scientifico creato ad arte, agiscono e si muovono in base a ordini e limiti gestiti dall’esterno. E tutto questo può avere delle implicazioni in molti ambiti della nostra vita, come quello del marketing, della medicina e della psicologia e della criminologia.

Quanto c’è di scientifico nell’innamoramento?

È quello che si sono domandati durante l’incontro “Amor scientifico e amor poetico” i ricercatori del NICO dell’Università di Torino con un lavoro finanziato dall’Human Frontier Science Program 2020. A discuterne sono stati Paolo Peretto e Serena Bovetti del NICO, presentati da Enrica Tesio, giornalista e scrittrice, venerdì 16 ottobre alle ore 21 presso la biblioteca Archimede per il Festival dell’innovazione e della scienza 2020. Si è parlato non solo di imprinting, ma soprattutto di imprinting sessuale attraverso il quale, forse a livello inconscio, ogni individuo “sceglie” il proprio partner.

Ma in tutto questo non si deve dimenticare l’olfatto e la vista, due sensi che sono e che rimangono importanti nelle nostre scelte relazionali. Ma i neuroni cosa c’entrano vere un ruolo determinante nella selezione del compagno e nell’innamoramento. Anche la memoria e la cultura di appartenenza, però, nell’essere umano determinano alcuni dei criteri attraverso i quali le nostre preferenze amorose vengono compiute. E quindi, nell’amore, la poetica che fine fa? Forse rende il tutto più misterioso ed emozionante.

Marco G. Dibenedetto

“Prevedere il Crimine”,

Durante l’incontro dibattito, tenutosi presso la biblioteca Archimede, Daniela Ovadia, neuroeticista università degli studi di Pavia, ha introdotto il commento di Silvano Montaldo, Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso – Università degli Studi di Torino, che ha illustrato gli studi e le teorie del famoso filosofo, le quali si basavano sul concetto del criminale per nascita, secondo cui l’origine del comportamento nefasto era insita nelle caratteristiche anatomiche, persona fisicamente differente dall’uomo normale in quanto dotata di anomalie e atavismi, che ne determinavano il comportamento socialmente deviante. Da qui si è sviluppato il colloquio con Gabriella Bottini, Università degli Studi di Pavia: “Credo che sia necessario conoscere quello che le neuroscienze possano o non possano dire con certezza. Non credo che il giudizio sul comportamento umano possa ridursi a poche regole biologiche, tanto meno credo che, fino ad ora, abbiamo assistito ad approcci riduzionistici. Di fatto, le neuroscienze possono contribuire in modo metodologico e molto rigoroso solo ad alcuni aspetti del comportamento”. Mentre Federica Coppola,  docente di Neuroscienze e Legge alla Columbia University ha parlato delle diversità di metodi di pena applicati in Italia e negli Stati Uniti.

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