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PONT. Elezioni: le ragioni della vittoria di Bruno Riva

E’ stata una vittoria sofferta quella che ha portato Bruno Riva alla guida di Pont: una vittoria sul filo del rasoio con appena 15 voti di differenza. Fino all’ultimo è proseguito il “testa a testa” ed è facile immaginare quanta tensione emotiva si registrasse fra candidati  e sostenitori delle due liste.

Non era facile, nelle settimane che hanno preceduto il voto, capire come sarebbe andata  a finire. Anche perché non si sfidavano, in questo caso, un sindaco uscente ed un neofita oppure due liste nuove. I capilista  erano volti nuovi  (nessuno dei due  aveva mai fatto parte del consiglio comunale) ma era diverso il loro retroterra. Sandra Bonatto si poneva in dichiarata continuità con l’amministrazione precedente sia come candidati (solo quattro erano nuovi) sia come programma.  Nella presentazione alla stampa aveva offerto  una buona impressione di sé ed è molto probabile che, nel governare, avrebbe adottato  modi più urbani rispetto a quelli del suo predecessore ma quanto avrebbe pesato la figura dell’ex-sindaco? Coppo non è tipo da stare dietro le quinte.

La lista di Riva non era composta tutta da volti nuovi: Massimo Motto, che sarà il vicesindaco, ha una lunga esperienza alle spalle; Pietro Panier è stato in minoranza dal 2010 al 2015. Non c’è dubbio che la presenza di Motto si farà sentire ma, a differenza di Coppo (che è in pensione) ha un lavoro impegnativo che gli  impedirebbe una presenza continua in Comune. Quanto ai programmi, la differenza era nettissima: quello della lista che ha vinto è completamente diverso da quello della lista risultata perdente. Da un lato si sarebbe proseguito nella trasformazione continua del paese; dall’altro si è invece detto chiaramente che l’epoca delle “grandi opere” è finita.

I possibili motivi di una scelta

Quali fattori avranno inciso maggiormente nelle decisioni degli elettori? Difficile, come sempre in questi casi, dire se sia stata più una scelta “per” o “contro”. Sicuramente una parte ha votato contro questa politica esasperata del fare, del cambiare quasi fine a sé stesso. Altri hanno espresso la loro protesta contro un modo di amministrare molto accentrato e poco tollerante nei confronti degli avversari. Qualcuno, semplicemente, avrà deciso che dopo quindici anni (cinque di Balagna e dieci di Coppo) era ora di cambiare.

Non pare aver portato un granché in termini di voti l’inserimento in lista di due esponenti dell’ex-opposizione (Portacolone ed Ambrosio) né quella dei nuovi candidati, tranne Bruno Pecolatto mentre fra i consiglieri uscenti è stato deludente il risultato del vicesindaco Moreno Riva, che ha visto ridursi di molto le sue preferenze. Tantissime, invece, quelle ricevute da Coppo, e la cosa non sorprende: è un personaggio che piace o non piace ma è un grande raccoglitore di voti.

Sarò ora molto interessante vedere come verrà condotta l’opposizione. Chi seguiva le vicende di Pont al tempo in cui Coppo era in  minoranza lo ricorda come un oppositore duro ed aggressivo, sempre pronto ad attaccarsi al cavillo: proprio quello che da sindaco non sopportava negli avversari. Bisogna vedere se questa sarà la linea di tutti: la Bonatto potrebbe avere un atteggiamento diverso?  Lo si capirà dal primo consiglio così come si capirà da subito se la nuova compagine di governo avrà un modo di atteggiarsi più conciliante e rispettoso nei confronti sia dei cittadini che della minoranza consiliare.

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