L’odissea bancaria che mi è stata raccontata mi ha fatto tornare alla mente il romanzo di Italo Calvino che magistralmente descrive la giornata delle elezioni con gli occhi di uno scrutatore, messo lì dal Partito, ai seggi del Cottolengo di Torino, per controllare che gli ospiti non fossero indotti a votare diccì. Una faticosa presa di coscienza, una strada verso la redenzione per Calvino mentre, in questo caso, una caduta senza fine nei dilemmi che affollano la mente del piccolo risparmiatore. Ma andiamo con ordine. Prima giornata, o come va a farsi benedire la privacy in tempo di Covid. Dovendo tornare in possesso di una carta di debito «catturata» dalla macchinetta (il bancomat), dopo aver composto il numero verde enne volte per la difficoltà di comprendere le domande, avendo ottenuto un appuntamento per passare all’Istituto per il ritiro, l’interessato vi si è recato anche un po’ in anticipo, come si fa dal medico. Ecco allora che si presenta una folla da girone infernale, tutti davanti all’uscio, il cui accesso era impedito da un «Caron dimonio» che teneva a bada i dannati del risparmio con in mano un walkie talkie e una lista dalla quale spuntava i poveretti, dopo aver domandato, alla vergogna di tutti: «Lei perché è qui?». A quel punto, i questuanti, levando la mano e la voce, andavano spiegando i loro casi: chi doveva versare un assegno che arrivava dall’America, chi scontare una cambiale, chi pagare, chi ritirare… Insomma, i malcapitati clienti, dopo una lunga attesa, ormai senza speranza, visto l’approssimarsi dell’ora di chiusura, incuranti delle più elementari regole di protezione della privacy, raccontavano i fatti loro. Seconda giornata, o come va a farsi benedire il risparmio, e qui il Covid non c’entra niente o quasi. Con ‘sta storia della banca online, del risparmiare tempo (le code) e danaro (le commissioni), vedi il tuo conto crescere o assottigliarsi direttamente da casa, sul tavolo della cucina. Con un click tutto ti viene spiattellato e tu non puoi fare a meno di vederlo, financo il tuo portafoglio (?) di piccolo-piccolo risparmiatore. Com’è come non è, ti telefona il consulente finanziario e dai, e dai, ti propone un prodotto (investimento) proprio su misura per te. Prima di capitolare, tu chiedi spiegazioni del perché non c’è traccia di cedola sul tuo conto per quel piccolo investimento messo in circolazione proprio dalla tua Banca: la colpa è del Covid che si è preso i piccolissimi interessi del tuo risparmio. In più, il consulente ti ricorda che c’è un questionario da aggiornare perché non ti venga il dubbio che sia stata la Banca a proporti un prodotto finanziario che non fa per te. Si può compilarlo in linea, per carità (riuscirci!), prima devi prendere visione del modello che ti verrà sottoposto e poi firmare, poi devi rispondere a delle domande (dio solo sa di che parlano) e poi firmare e poi, quando vai per firmare per l’acquisto/investimento, visto che il sistema sa del tuo portafoglio (scarso!) e delle tue risposte (risparmiatore prudente!), ti dice che no, quell’investimento non è per te. Così, o ti rassegni a simulare delle risposte da Rockefeller o ti rifugi nei titoli di Stato, che poi non ti rendono niente ma ti costano poco e non sono (?) a rischio.
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