Le primule. Secondo la mitologia greca, la primula venne mandata da Apollo sulla terra per sconfiggere il freddo inverno che voleva continuare a gelare il mondo. Con questo mito è nata la credenza che la primula annunci la primavera, simboleggiando così la vincita del bene sul male e l’arrivo del sole, quindi di speranza. Per i Druidi, alcune specie del genere Primula avevano un ruolo significativo nella loro medicina e mitologia. In più, insieme ad altre piante rituali, era un ingrediente fondamentale nelle pozioni magiche per aumentare l’assorbimento delle proprietà delle erbe. Nella mitologia nordica, la primula era il fiore della dea Frigga la quale possedeva le chiavi della felicità e dell’amore e si pensava che la pianta potesse portare una persona nel palazzo segreto della dea. Questa associazione della primula delle chiavi deriva dalla somiglianza del fiore con quest’ultime. Anche nel cristianesimo la primula è il simbolo delle chiavi di San Pietro poiché è colui che detiene le chiavi per il paradiso. Da questa somiglianza deriva il nome della pianta come “Erba di San Pietro” o “Petrella”, o ancora in inglese “Key flower”. Il nome della primula dona a questo fiore il significato di inizio, di rinnovamento e gioventù. Nel Regno Unito ha un significato di augurio, perciò è spesso regalata ai novelli sposi o anche solo nella speranza che un evento vada per il meglio. Secondo una tradizione inglese, le donne dovevano lavarsi il viso con il latte infuso di primula in modo da poter avvicinare il proprio interesse amoroso. In “Sogno d’una notte di mezza estate” di Shakespeare, nella prima scena del secondo atto, la primula viene rappresentata come un fiore mitologico in cui le fate trovavano rifugio dentro il suo fiore. Infatti, in alcune leggende tradizionali, mangiando la primula era permesso vedere le fate e il loro tesori nascosti negli alberi e nelle rocce. Tuttavia c’era un numero preciso di quante primule era necessario mangiare per acquisire tale potere e se si fosse ecceduto si rischiava di attirarsi una maledizione. Favria 12.02.2020 Giorgio Cortese Il passato può essere compreso soltanto guardandolo con gli occhi del presente.
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