CIVICA per Venaria Reale. Mi piacerebbe si chiamasse così il progetto civico per la mia città. Un progetto politico locale, sostenibile e solidale, concreto e realizzabile, non un libro dei sogni, senza troppi proclami, promesse e selfie.... Semplicemente un progetto “serio” che parta dalla complessità della nostra comunità (e dei sistemi sociali contemporanei) per provare ad immaginare la Venaria che vogliamo e costruirla insieme. Un progetto fatto da quelli che chiamo i “muscoli nascosti” della società civile: i “cittadini”, singoli e in gruppo, che si riconoscono nella Costituzione, nella Resistenza e nei valori di solidarietà, libertà e legalità e hanno a cuore il vivere comune della nostra Venaria, mettendo a disposizione tempo, passione e competenze. Cittadini prestati alla politica, si diceva un tempo e non politici di professione. In momenti come questi mi ritorna alla mente una frase pronunciata da Oliviero Beha (quanto ci manchi!) durante un convegno, che suonava più o meno così: in tempi di crisi per la democrazia, capita spesso che non siano i partiti a riportare in asse il piano inclinato della politica, ma a farlo siano i cittadini. Mai affermazione fu più vera se non a proposito di quello che è successo recentemente (e che sta scatenando) in Piazza Maggiore a Bologna. Un’onda anomala di cittadini, pigiati come “sardine” per fare sentire la propria voce, per bocca del suo ispiratore Mattia Santori: “Dove siamo stati in questi anni? La differenza di queste piazze te lo chiedono sempre è che non puntiamo il dito verso i vertici, non puntiamo il dito verso la politica astratta, verso i candidati. Lo puntiamo contro noi stessi perché se tutto questo è potuto succedere e anche soprattutto per colpa nostra. Ma se torniamo a casa ci rivediamo sul divano e torniamo a criticare non abbiamo capito niente di quello che sta succedendo….”. E cosa sta succedendo? Dal mio punto di vista, due cose. Indipendentemente dalla piega che prenderà il movimento neo-nato. La prima è che la società civile ha mostrato i propri muscoli per manifestare il proprio dissenso e prendere le distanze dalla narrazione becera e violenta del duo Salvini-Meloni che alimenta l’odio sociale, tentando di far credere che le differenze tra le persone siano un problema, attraverso proclami politici sempre smentiti da dati oggettivi. Per me questo rappresenta una boccata di ossigeno e motivo di speranza (soprattutto perché animato da trentenni) ma anche la conferma (seconda cosa che fa risuonare le parole di Beha) dei limiti del sistema dei partiti (del centro sinistra, ai quali guardo), spesso incapaci di leggere la realtà, ancor meno di rappresentarla. Una crisi d’identità profonda, acuita dal patto di governo con i 5 Stelle ed esasperata da personalismi e divisioni. La sensazione è che se si votasse domani il centro sinistra, anche con la formazione al completo dei "figli prodighi" Renzi e Calenda, non avrebbe la meglio su una delle peggiori destre della storia italiana. Proprio per questo serve qualcosa di diverso che non sia soltanto una somma delle parti che non si riconoscono nei modelli di Arcore e Pontida. E in casi come questi i Comuni possono diventare laboratorio di sperimentazione politica (e forse di anticipazione?) di nuove pratiche che vedono la collaborazione di liste civiche, gruppi informali, movimenti e cittadini che da diversi anni contribuiscono allo sviluppo della comunità locale, mettendo a servizio della pubblica amministrazione competenze e professionalità. Un progetto politico in grado di valorizzare le competenze già consolidate di persone capaci e, nel contempo, di avvicinare nuovi cittadini e cittadine sensibili al vivere comune e desiderosi di dare il proprio contributo per costruire un’altra Venaria. CIVICA per Venaria Reale. Io ci sono e tu?
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