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23 Maggio 2019 - 11:50
“A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni”. Il lungimirante Baricco citava queste parole in uno dei suoi romanzi più famosi e già all’epoca era stato in grado di guardare “Oltre”, oltre a quelle apparenze, così superficiali e ne aveva percepito il significato più profondo.
E se con le parole non è semplice, si può fare affidamento sui colori e sulle emozioni.
Questo è quanto è accaduto con il progetto “Kintsugi – Le Cicatrici d’Oro” di Antonella Cilìa e Omar Ledda di Vanilla Images. Un progetto che si ispira ad un’arte millenaria giapponese, il Kintsugi appunto, la cui filosofia è quella che se un vaso si rompe, questo viene “riparato” con una resina cosparsa di polvere d’oro. La ceramica una volta “aggiustata” ha un aspetto più bello e più prezioso rispetto alla versione originale, così che quelle linee di frattura, quelle “cicatrici” assumano un significato importante.
Così Antonella e Omar hanno voluto mettere in pratica quest’arte, che ha visto l’anteprima Sabato 18 maggio presso Palazzo Einaudi a Chivasso, in occasione della mostra organizzata dall’Associazione artistica La Voce dei Venti.
Attraverso degli scatti di “emozione” è stata esaltata la forza di quelle donne e di quei bambini, che dalle proprie cicatrici hanno creato la loro rinascita.
Cinque storie diverse e cinque emozioni differenti.
Ogni corpo era il “vaso rotto” ed ogni “rottura” rappresentava la cicatrice da impreziosire con l’oro. Ogni “cicatrice” era il dolore vissuto che ha coinvolto mente ed anima ed ognuna di queste è diventata un‘immagine dorata. Una farfalla, un aquilone, un orologio, un sorriso, un mare calmo, le note musicali ed una ballerina danzante che in forme diverse hanno “rivisto” la loro rinascita. Un evento nell’evento questo progetto, che ha riscosso un grande successo, ma soprattutto ha raccolto delle forti emozioni: “Mi commuove vedere il coinvolgimento delle persone che hanno partecipato - conclude emozionata Antonella -. Sono moltissimi coloro che si sono fermati ad ascoltare e a leggere le storie dei nostri protagonisti. Ho visto persone in lacrime e ciò significa che siamo riusciti in ciò che volevamo davvero… Ossia toccare i cuori di tutti”.
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