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SALUGGIA. Il canoista Francesco Serratore giù per i ripidi fiumi della Grecia

SALUGGIA. Il canoista Francesco Serratore giù per i ripidi fiumi della Grecia

ACQUE PERIGLIOSE Serratore con i suoi compagni di spedizione

Scende i fiumi di alta pendenza con il kayak da venticinque anni. Si reca in posti remoti che nessuno ha mai esplorato prima. Si chiama Francesco Serratore, ha 50 anni e abita a Saluggia. Nella sua vita lavorativa insegna nuoto ai disabili. La sua è una storia di quelle che meritano di essere raccontate. Ha percorso fiumi in Albania, Sud America e Marocco, in più pratica diversi sport estremi come l’arrampicata, lo snowboard, il surf e la canoa. Suo figlio ha seguito la passione del padre e insegna surf a Fuerteventura.

L’ultima avventura di Serratore si è svolta in Grecia: Peloponneso e Arcadia; è stata particolarmente impegnativa, affrontata in un gruppo di cinque persone tra cui, uno di loro è stato anche campione del mondo. Francesco Serratore la racconta così: «Siamo sbarcati a Patrasso il 20 di aprile e in 10 giorni abbiamo disceso dieci fiumi per lo più sconosciuti, per via di inaccessibili gole selvagge, spesso abbiamo camminato per molte ore e dormito accanto al fiume per trovare gli imbarchi, alcune volte ci siamo serviti di fuoristrada improvvisati, noleggiati e guidati da pastori locali che conoscevano i sentieri».

Nessuno prima di loro aveva tentato di discendere quei fiumi, a causa delle elevate difficoltà, anche logistiche. I fiumi dove hanno incontrato le maggiori difficoltà sono stati il Karpaniossotis, l’Evinos, il Pinos e l’Erymantos.

«C’è stato anche un incidente avvenuto durante la discesa a seguito di un incastro della canoa di un compagno di spedizione in un sifone. Obbligato ad abbandonare la discesa e arrampicarsi per ore per trovare una via d’uscita e di salvezza dalla gola, non l’ha trovata e, colto dal buio, ha dovuto passare la notte nella foresta. Lo abbiamo cercato con i soccorritori e la polizia fino a notte fonda senza esito positivo. Soltanto il mattino dopo lo abbiamo riabbracciato».

Nonostante le difficoltà, Francesco continua a svolgere il suo hobby con passione, definendo le sue escursioni naturalistiche «un antidepressivo naturale». Ha scritto anche un libro intitolato Le onde senza tempo.

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