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17 Aprile 2019 - 10:36
Accadde nel 1907. Si trattò di un evento destinato a imprimere un nuovo indirizzo al processo d’industrializzazione in Settimo Torinese. Quell’anno, appena a monte della stazione ferroviaria, fu costruito lo stabilimento Schiapparelli (poi Farmitalia, quindi Antibioticos, infine Olon) che entrò in attività l’anno seguente, specializzandosi nella produzione di derivati chimici. Si ruppe così il pluridecennale equilibrio agricolo-manifatturiero incentrato, da un lato, sulle attività rurali e, dall’altro, sulle tessiture, i bottonifici, le fornaci di laterizi e le lavanderie che costituivano l’ossatura del sistema economico settimese all’inizio del Novecento. La nuova fabbrica, inoltre, concorse fortemente a indirizzare lo sviluppo edilizio nel territorio, favorendo l’edificazione nella regione Borgo Nuovo, fra le attuali vie Leinì e Fiume.
Azienda di prodotti chimici e galenici, la Schiapparelli fu fondata a Torino nel 1824 da Giovanni Battista Schiapparelli, noto per essere riuscito a produrre – primo in Italia – l’acido solforico col sistema delle camere di piombo. Il nome di Schiapparelli, tuttavia, è soprattutto legato al solfato di chinino, l’unico ritrovato che allora consentiva di combattere efficacemente la malaria.
Per la localizzazione della nuova fabbrica nel territorio di Settimo fu determinante la strada ferrata a cui l’azienda si collegò direttamente tramite un raccordo ferroviario. Il treno assicurava sia la spedizione dei prodotti finiti sia i rifornimenti di materie prime e di carbone.
Nel 1935 lo stabilimento passò alla Farmaceutici Italia, neocostituita società del gruppo Montecatini. Si legge nella relazione di bilancio per il 1935: «Il nostro gruppo si è assicurato la collaborazione dell’importante gruppo produttore francese Rhône Poulenc, la cui marca è nota non solo in Francia, ma in tutti i mercati d’esportazione. In collaborazione con la Rhône Poulenc abbiamo costituito la Società Farmaceutici Italia (capitale 12 milioni di lire), che ha iniziato lo sviluppo di questa attività a Settimo Torinese».
L’operazione portò all’ammodernamento degli impianti, alla riorganizzazione del sistema produttivo e a una serie di graduali ampliamenti nell’area già di proprietà dell’azienda, a monte della ferrovia per Milano. Nel 1937, all’interno dello stabilimento, fu creato un centro di ricerche farmacologiche e chemioterapiche che pervenne a importanti scoperte nel campo degli antimalarici di sintesi, dei sulfamidici, delle vitamine e dei chemioterapici arsenicali, bismutici e aurici. Fra l’altro si cominciò a produrre l’olio di fegato di tonno – il popolare «Adisole» – voluto dal regime fascista per affrancare l’Italia dalle importazioni dell’olio di fegato di merluzzo. Un altro successo dell’epoca fu rappresentato dalla «Rodina», un prodotto analgesico, antinfluenzale e antireumatico.
Dopo la seconda guerra mondiale, negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, sorsero i grandi impianti per la fabbricazione su larga scala dei principali antibiotici di fermentazione e di sintesi nonché delle relative specialità per uso umano e veterinario. Quando entrò in attività lo stabilimento milanese di viale Bezzi, la fabbrica di Settimo si specializzò nella produzione delle materie prime farmaceutiche, ottenute per via fermentativa.
Nel 1978, dalla fusione delle società Carlo Erba e Farmitalia, si costituì la Farmitalia-Carlo Erba, in seguito inserita nel contesto più ampio di una nuova holding, l’Erbamont. Ma questa è un’altra storia.
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