L’ Orchestra di Porta Palazzo è una realtà che mi sembra non goda della popolarità che meriterebbe, non molti la conoscono. L’Orchestra , come il quartiere di Torino da cui prende il nome, è multietnica. È composta da 13 musicisti provenienti da esperienze e culture musicali differenti, 10 nazionalità, 3 continenti, un'unica armonia di suoni con una grande cantante capace di coinvolgere il pubblico con il suo entusiasmo. A me l’ Orchestra di Porta Palazzo piace molto e, quando si esibisce in zona, non perdo l’ occasione per andare ad ascoltarla. Ci sono andato anche sabato scorso e ho avuto la possibilità di conoscere alcuni dei componenti dell’ orchestra. Magari un po’ per volta ve li faccio conoscere tutti, oggi inizio con la voce dell’ orchestra, con Dorcas Mpemba che è la cantante, una notevole presenza scenica, una grande voce. Come è nata l’Orchestra di Porta Palazzo? E’ nata nel 2004, da un progetto del comune di Torino. Da allora è sempre stata attiva, tanti musicisti si sono avvicendati, tante strumenti sono stati suonati, tanti spettatori ci hanno seguito. E’ una realtà che racconta un pezzo di Torino, una realtà positiva ed in continua evoluzione. State per compiere dieci anni, un anniversario importante. Sì, pensiamo sia giunto il momento di entrare in sala di incisione, stiamo preparando un secondo disco. Tante nazionalità, tante culture. E’ stato difficile rimanere uniti e così vitali in tutti questi anni? E’ vero proveniamo da tanti posti, Marocco, Giappone, Tunisia, Iran, Cuba, Congo, Perù, Nigeria, Senegal ed anche da Torino. Tante culture diverse, un unico comune denominatore, l’amore per la musica. La musica ci unisce, questo è il messaggio più importante, siamo la dimostrazione che convivere, non solo è possibile, è anche bello e divertente! Hai cantato Porta Pila, il grande successo di Gipo Farassino, l’ hai cantata in dialetto piemontese. Un emozione per il pubblico. Quando presento questo pezzo, dico sempre che la canto nel nostro dialetto. E’ vero, veniamo da ogni parte del mondo, ma ora siamo italiani, piemontesi. La canto sempre volentieri, inizio in modo classico, poi subentrano le percussioni e diventa più ritmata, da ballare. Piace a tutti, sia a chi se la ricorda cantata da Gipo, sia ai giovani che, magari, la ascoltano per la prima volta. Siamo ad inizio anno, esprimi un desiderio. Vorrei che il nuovo anno ci regalasse tanti concerti, mi piacerebbe se ne organizzasse uno a San Benigno, dove vivo e dove sto benissimo. Si, un grande concerto a San Benigno sarebbe proprio un bel regalo. L’ Orchestra smobilita, gli strumenti sono nelle custodie, i microfoni ripiegati, i cavi arrotolati, la piazza si è svuotata. Nel freddo della serata, nella piazza vuota, sembra però ancora riecheggiare la voce di Dorcas Mpemba che canta una canzone di Miriam Makeba, Pata Pata. Lo stesso entusiasmo, la stessa gioia. Un po’ di Africa a Torino. g.fina.g@gmail.com
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