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CASTELLAMONTE. Vespia, il Consiglio deve votare per la chiusura della discarica

CASTELLAMONTE. Vespia, il Consiglio deve votare per la chiusura della discarica

Riflettori puntati su Castellamonte questa settimana: nel giro di due giorni si terranno ben due sedute di consiglio. Non si tratta però di una scelta bizzarra: una – quella di venerdì 30 novembre – sarà una seduta “normale”, anche se arriva a dieci giorni dalle remissione delle deleghe da parte di un assessore e di un consigliere delegato.

L’altra - quella di mercoledì 28 - sarà invece mono-tematica: un consiglio aperto sul tema della discarica di Vespia. Verrà discusso un ordine del giorno presentato congiuntamente dai gruppi di minoranza e firmato pertanto da Paolo Recco per il Movimento 5 Stelle, da Nella Falletti come capogruppo della lista “Per la nostra terra, per la nostra città” e dagli altri due consiglieri della medesima lista: Giovanni Maddio (già vicesindaco della giunta Mascheroni) e Giuseppe Tomaino. La proposta delle minoranze è un “Programma di impegno programmatico alla chiusura della Discarica per rifiuti non pericolosi di località Vespia”.

Sulla spinosa questione si era tenuto a Muriaglio, due settimane fa, un incontro indetto dall’amministrazione e finalizzato ad “analizzare e chiarire gli aspetti tecnico-ambientali legati alla gestione dell’impianto e le prospettive nell’immediato futuro della discarica stessa”.

La questione di Vespia è annosa. Sin dalla sua apertura, la discarica scatenò polemiche e suscitò preoccupazioni, del resto emerse già alla metà degli Anni Ottanta, quando di quel sito si era iniziato a parlare.

Le discariche non vengono mai accolte bene – e ce n’è motivo! – ma quell’area sembrava davvero poco adatta: era un’ex-cava di caolino, situata all’interno di una Riserva Naturale ed accanto ad un torrente.

La riserva è quella dei Monti Pelati, il torrente il Malesina. Entrata in esercizio nel 1995 con una volumetria autorizzata di 530.800 metri cubi, avrebbe dovuto cessare l’attività tre anni più tardi, nel ‘98.

Di proroga in proroga continuò a funzionare fini al 2011, poi rimase ferma per cinque anni senza tuttavia che venisse effettuato alcun intervento di bonifica.

Nel frattempo era cambiata la proprietà: l’ASA era fallita e la “Società Vespia” messa in vendita dal Commissario Straordinario. Ad acquistarla fu nel 2013 la “Agrigarden” di Moncalieri, che aveva in programma la sua rimessa in funzione ed il suo ampliamento: il progetto  prevedeva 83.000 metri cubi in più. Si sosteneva infatti che, per poter mettere in sicurezza la discarica “post mortem” fosse necessario  riaprirla e stoccarvi altri rifiuti.

Nel giugno di quest’anno nuovo cambio di proprietà: subentrava la “Dimensione Ambiente” di Milano che tuttavia assumeva il nome di “Agrigarden Ambiente Srl” per non dover rifare tutto l’iter burocratico per la concessione.

In questo novembre 2018 il passaggio è stato ufficializzato.

L’amministratore delegato della nuova società è Fabrizio Zandonatto, già assessore alla  Sanità ed all’Ambiente nel Comune di Corio e consigliere di amministrazione del Consorzio per la Raccolta e lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi  Urbani di Ciriè e Valli di Lanzo.

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