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21 Novembre 2018 - 12:11
Qualcuno diceva: mi fido solo delle persone che raccolgono le deiezioni di Fido.
Sono mesi che i settimesi si lamentano, sui social e non, che sui marciapiedi della propria città trovano molte deiezioni dei cani a cui si deve far attenzione se non si vuole, avendo “fortuna”, calpestarle. A Carmagnola, come in altre città italiane, si è scelta la linea dura: eseguire l’esame preventivo del DNA del cane così da poterlo successivamente comparare con quello delle feci lasciate sul marciapiede e quindi collegarlo con il nominativo dei padroni che non le raccolgono, per poi multarli. Una linea dura per garantire un miglioramento della pulizia delle strade.
E a Settimo cosa succede?
“Ci abbiamo pensato anche noi a questa possibilità - ha detto Massimo Pace, assessore all’ambiente, - solo che ha dei costi esorbitanti. Ricordo che all’anagrafe canina sono registrati più di 5 mila cani ed eseguire l’esame del Dna a tutti sarebbe un dispendio economico non da poco. Però una cosa l’abbiamo fatta, da un po’ di tempo abbiamo sette ispettori ambientali che hanno la facoltà, come i vigili urbani, di multare chi non raccoglie le feci dei loro cani. Abbiamo anche pensato di acquistare un veicolo che raccogliesse le deiezioni lasciate sui marciapiedi, ma costa moltissimo a cui si deve aggiungere un’esosa manutenzione. Il vero problema rimane, però, l’inciviltà di quelle persone che non fanno quello che dovrebbero fare. A Settimo ci sono diverse aree per i cani che avrebbero bisogno di volontari per la loro cura.”.
“La realtà di Carmagnola è diversa dalla nostra - sottolinea Attilio Sosso, noto veterinario settimese - . Carmagnola è molto più piccola di Settimo. Ma le problematiche sono altre, perché, in primo luogo, bisognerebbe creare un Database con tutti i Dna dei cani e chi dovrebbe pagare il costo per gli esami? Non certo i padroni che non c’entrano nulla e che puliscono sempre. Inoltre, questi esami non possiamo farli noi veterinari nei nostri ambulatori, ma dovrebbero essere eseguiti in opportune sedi, come per esempio l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta di via Bologna a Torino. Comunque, secondo me, basterebbero semplicemente più controlli”.
Oggi, invece, si cambia rotta: molti comuni vorrebbero l’esame del Dna delle feci, per schedare il proprio amico a quattro zampe e risalire al padrone “distratto” che lascia sull’asfalto ciò che Fido produce. Fantascienza? Per adesso sì, come era impensabile, fino a vent’anni fa, fare una telefonata mentre si cammina per strada…
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