Ellesponto o Dardanelli. Ellesponto, chiamato anche nella letteratura classica Hellespontus, Hellespontium Pelagus, Rectum Hellesponticum e Fretum Hellesponticum, è l'antico nome dato dai greci alla zona attorno all'attuale stretto dei Dardanelli, braccio di mare che divide il Mar Egeo dal Mar di Marmara, Propontide, e dal Mar Nero, Ponto Eusino, comprende sia una parte europea a nord che una asiatica a sud dello stretto. Il suo nome, che letteralmente significa, mare di Elle e deriva da un mito. Nella mitologia greca, Elle e Frisso erano i figli di Atamante, re di Orcomeno, e di Nefele, la dea delle nubi. Dopo aver fatto nascere i due fratelli, Atamante si innamorò di una donna mortale, di nome Ino, e la sposò. Nefele, ripudiata, se ne tornò in cielo, e la maledizione cadde sulla casa di Atamante: i suoi figli avuti dalla prima moglie erano odiati da Ino, che giunse così a convincere il marito che la terribile carestia che aveva colpito da qualche tempo le loro terre potesse cessare solamente quando il re avrebbe sacrificato i figli, Elle e Frisso. Il re decise di fare così, per accontentare la moglie e placare la carestia. Ma mente stava per sacrificare i figli, Nefele, la loro madre, accorse dal cielo con un montone che poteva volare e li salvò all’ultimo momento. In conseguenza alla loro cattiveria, Atamanto e Ino vennero puniti ed impazzirono. Il re uccise il figlio, Learco; poi venne detronizzato e fuggì in Tessaglia dove morì povero. Invece Uno si gettò in mare col figlio Melicerte. Gli dei, impietositi, trasformarono madre e figlio in due divinità marine. Invece Elle e Frisso vennero portati dal montone nella Colchide. Purtroppo però durante il volo Elle perse l’equilibrio e cadde in mare: vi morì, e da allora quel luogo si chiama Ellesponto. Invece Frisso una volta giunto a terra sacrificò il montone e prese il vello d’oro, che regalò al re della Colchide, Eeta e ne sposò la figlia. Il vello d'oro venne offerto al dio Ares appesa ad un faggio nel bosco sacro a guardia del quale fu posto un terribile drago che vegliava sul tesoro giorno e notte. Li successivamnte anrrivarono gli argonauti, ma questa è un'altra storia. Lo stretto in questione, tuttavia, è anche chiamato “dei Dardanelli”. Anche in questo caso il toponimo ha origini mitiche. Il riferimento questa volta è a Dardano, figlio di Zeus, mitico fondatore della Dardania, una regione dell'attuale Turchia che si affacciava sullo stretto, i cui discendenti fondarono poi Troia, stando alla versione tramandata da Omero nell'Iliade. Il poeta latino Virgilio, invece, per giustificare l'arrivo del troiano Enea nella penisola italica e la conseguente fondazione dell'impero romano, narra che in realtà Dardano era originario dell'Etruria e che in un'epoca antichissima si sia spostato nella troade, Turchia, dove fondò Troia; ecco perché, una volta distrutta la città, i superstiti vennero inviati dagli dèi a raggiungere la penisola italica, in quanto patria del loro antico antenato. Favria 17.11.2018 Giorgio Cortese Per ogni giorno di sole, ci saranno giorni di pioggia, ma è la nostra attitudine che li renderà giorni di felicità o di dolore.
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