AGGIORNAMENTI
Cerca
07 Novembre 2018 - 19:07
Proclamato lo stato di calamità naturale a Castagneto.
Gli eventi atmosferici di questi giorni hanno provocato parecchi danni a Castagneto, alberi sradicati che hanno bloccato alcune strade e tetti danneggiati in Borgata Rossina.
Per questo, sull’albo pretorio del Comune di Castagneto Po è stata pubblicata un’ordinanza del Sindaco “contingibile ed urgente a seguito degli avvenimenti atmosferici eccezionali del 29/10/1018” in cui si dichiara lo stato di calamità naturale su tutto il territorio comunale. “Nella serata del 29/10/2018, - si legge nel documento - sul territorio di Castagneto Po, si è abbattuto un violento nubifragio che, per la sua notevole forza, ha causato, tra l’altro, ingenti danni ad alcune abitazioni; per far fronte all’emergenza ci si è adoperati con tutti i mezzi e le strutture disponibili, e sono state attivate le misure previste dal Piano Comunale di Protezione Civile allertando anche la squadra A.I.B. di Castagneto Po; la situazione, seppur sotto controllo e monitoraggio costante, ha visto e sta vivendo momenti dì particolare criticità, dovuta soprattutto al riversarsi sul territorio comunale di acque meteoriche in quantità eccezionale.”
Si tratta di un’iniziativa che appare sicuramente condivisibile e tempestiva, viste le situazioni critiche che stiamo vivendo in questi giorni. Non tutti, però, sono convinti dell’opportunità di una tale misura. “Lo stato di calamità naturale – si dice in paese – va bene in Trentino, dove sono state abbattute intere foreste, ma qui da noi sono caduti un paio di alberi e qualche casa ha subito dei danni”. E c’è chi ricorda che neanche nel ’94, quando è crollato il ponte, è stato dichiarato lo stato di calamità. “Allora – dicono quelli di una certa età dalla memoria lunga – in Regione Ossole c’è stata una frana che ha interrotto la strada, ma si è provveduto subito a ripararla, senza ricorrere a provvedimenti eccezionali. Forse perché – aggiunge qualcuno - i terreni interessati dalla frana erano tutti edificabili e così si è potuto continuare a costruire senza problemi. Richiedere lo stato di calamità naturale serve solo a proteggersi le spalle, sono altri gli interventi urgenti di cui necessita il nostro territorio. Basta guardarsi intorno, ci sono frane dappertutto, alcune sono lì segnalate da anni e non si è fatto niente. Si continua a intervenire con provvedimenti tampone quando si verifica un’emergenza, senza affrontare i problemi in profondità.”
Qualcuno ricorda che anni fa era stato presentato un progetto per mettere in sicurezza tutto il fianco della collina che sovrasta San Genesio, poi rimasto sulla carta: “Tutta la vallata sta franando, ma ci si è limitati a posare un paio di tubi per permettere il passaggio degli escursionisti che percorrono il sentiero Berruti. La gente continua a passare in mezzo a una zona franosa senza neanche saperlo. E la situazione è simile in tutta la collina. Il problema è che, per intervenire con efficacia, ci vorrebbe un’azione coordinata di tutti i sindaci della zona, ma qui intorno i sindaci sono tutti uguali, quando c’è un’emergenza fatto la loro brava ordinanza e se ne lavano le mani, tanto poi, finito il mandato, magari se ne vanno a Torino, o a Roma, e qui ci penserà qualcun altro”.
Una volta si diceva: come dargli torto?
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.