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RONDISSONE. Lo scuolabus non è a norma: salta la gita al lago di Candia

RONDISSONE. Lo scuolabus non è a norma: salta la gita al lago di Candia

scuolabus

Gli alunni della scuola primaria Collodi non potranno più effettuare viaggi di istruzione a bordo dello scuolabus. Una decisione adottata dal consiglio di circolo e che sta parecchio a cuore al dirigente scolastico reggente, Carlo Giovanni Sinicco: “Si tratta di una decisione adottata a causa della mancanza di sicurezza perchà l’autobus non è dotato di cinture di sicurezza, ma non saranno vietate le uscite didattiche. Il trasporto degli alunni sarà, di volta in volta, affidato ad una ditta privata. Le famiglie si fidano ad utilizzare lo scuolabus per portare i figli a scuola. E’ vero che si tratta di tragitti piuttosto brevi, ma bisogna augurarsi che non capiti mai nulla. In questo caso, però, la responsabilità non sarebbe della scuola”.

Una questione sollevata al momento di autorizzare l’uscita didattica a Candia programmata la scorsa settimana e poi annullata.

Il mezzo non è dotato di cinture di sicurezza e per i tragitti lunghi non rispetta le norme imposte dal ministero e dalla polizia stradale. Lo scuolabus giallo, un Iveco da 28 posti acquistato grazie ad un contributo della Regione Piemonte, non verrà rottamato e continuerà a trasportare i bambini da casa a scuola e ritorno. Immatricolato prima del 2006, ogni anno supera perfettamente la revisione e secondo una precisa normativa ministeriale può addirittura circolare nel territorio comunale anche se sprovvisto di cinture di sicurezza. Dal 2014 il servizio di scuolabus organizzato dal Comune di Rondissone costa alle famiglie una cifra davvero simbolica. Purtroppo per tragitti più lunghi dovendo utilizzare autobus noleggiati da aziende di trasporti private per le famiglie comporterà una spesa maggiore e l’amministrazione comunale non potrà intervenire con contributi.

E’ dispiaciuta la sindaca Miriam De Ros: “Mi sarei aspettata un coinvolgimento prima che il consiglio di circolo prendesse questa decisione perchè a rimetterci saranno le famiglie obbligate a sborsare più soldi per consentire ai loro figli di prendere parte a visite d’istruzione”.

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