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CHIVASSO. Pogliani: che fare del parco polifunzionale?

CHIVASSO. Pogliani: che fare del parco polifunzionale?

La storia dell’area verde dei Pogliani - dove domenica mattina una decina di cittadini ha cominciato a piantare degli alberelli - l’abbiamo raccontata dettagliatamente in un articolo proprio due anni fa. Erano i giorni in cui nasceva la pagina facebook “Noi della terra di mezzo”, che ha ridato slancio alle iniziative dei cittadini a favore del territorio intorno alle discariche. Perché le discariche forse chiuderanno definitivamente (forse!), ma il territorio porterà i segni dei danni prodotti dalle discariche per decenni e forse secoli. Danni che non ci inventiamo noi, ma che sono dimostrati dalle tante diffide che la Provincia, poi Città Metropolitana, ha inflitto negli ultimi quindici anni ai gestori dell’impianto.

Quando nel 2008 concesse un ampliamento della Chivasso 3, la Provincia impose a SMC la realizzazione di un parco polifunzionale sui suoi terreni: “l’area dovrà essere sistemata a verde attrezzato, comprensiva di area giochi e struttura polivalente per la frazione Pogliani, secondo quanto concordato con l’Amministrazione Comunale”.

Dopo la costruzione sono cominciate le discussioni: che ne facciamo di quel parco? Ebbene, alcuni mesi fa un gruppo di poglianesi, chivassesi, montanaresi manda al Comune di Chivasso un progetto di recupero dell’area. Garantisce l’impegno anche materiale dei proponenti: saranno loro a lavorare e gestire l’area. Chiedono solo un po’ di collaborazione al Comune.

A distanza di mesi, la risposta non è arrivata. Una visita dell’assessore Domenico Barengo, che sempre arde dal desiderio di fare e agire, non ha avuto seguito. Invece, un po’ a sorpresa, si è mostrata disponibile l’azienda: la nuova referente dell’impianto, la dottoressa Elena Idrofano di Green Up, ha interloquito con i poglianesi e li ha autorizzati a piantare alberi nell’area.

E così, stufi di aspettare Castello e Barengo, domenica mattina, sotto la pioggerella, una decina di volenterosi ha piantato gli alberi, appendendoci cartelli coi nomi dei bimbi della frazione. E continueranno a sistemare e migliorare l’area.

In attesa che il Comune dia segni di vita. E pensare che nel 2015 (Claudio Castello era assessore e Barengo consigliere) la giunta propose, e il consiglio comunale approvò, il “regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani”. Da quel momento, un giorno più o meno storico per Chivasso, qualsiasi gruppo di cittadini, anche non appartenenti ad alcuna associazione, avrebbe potuto sottoporre un progetto al sindaco: sarebbero stati accolti a braccia aperte e medagliati come bravi e attivissimi cittadini. Nelle pagine del periodico del Comune l’amministrazione celebrò se stessa nell’abituale sobrio stile della “Pravda” di Breznev: “Chivasso siamo noi… Queste azioni diventano opportunità per condividere idee e competenze, risorse e creatività, perché Chivasso sia una città bella e vivibile, di cui ci sentiamo tutti responsabili”. Amen.

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