Continuando il nostro viaggio per il Canavese alla scoperta dei tesori che queste terre racchiudono, ci siamo diretti a Bollengo, dove si erge il campanile di San Martino di Paerno, a tutti noto come ‘Ciucarùn’. Per conoscere qualche dettaglio in più su questo monumento, abbiamo intervistato il sindaco di Bollengo, Luigi Sergio Ricca, che ha esordito chiarendo il significato del soprannome attribuito alla torre campanaria: “Probabilmente viene chiamata ‘Ciucarùn’ perché in piemontese questo termine significa ‘grosso campanile’ ”, ci spiega. “Il campanile è quanto rimane dell’antica parrocchia che identificava un nucleo di case disposte in uno dei centri abitati di Bollengo: Paerno, situato nella regione di San Martino”, continua. “Bollengo era, tra l’altro, una zona di confine tra Ivrea e Vercelli, nonché terreno di scontro delle numerose contese fra queste due potenze. Ma quando, nel 1250, il signore d’Ivrea decise di costruire il borgo franco di Bollengo, venne chiesto agli abitanti di Paerno – e a quelli di Pessano, altro nucleo abitativo – di collocarvisi all’interno”, spiega.“Fu così che il centro abitato venne abbandonato e a poco a poco scomparvero tutte le abitazioni”.Di tutti gli edifici, infatti, restarono solo la chiesa con il suo campanile: la prima, considerate ormai le pessime condizioni, venne fatta demolire nel 1731 per ordine di un decreto vescovile; la torre campanaria, - costruita durante la prima metà del XII secolo - invece, restò in piedi e si erge ancora oggi in tutto il suo splendore, grazie anche “all’intervento di restauro messo in atto dal comune nel 2000 con il quale si è riusciti a migliorare le condizioni del monumento”. Dalla sua vertiginosa altezza, isolato nella radura, il campanile si innalza in tutta la sua maestosità, presentando la tipica decorazione romanica ad archetti pensili e le caratteristiche monofore e bifore. Come precisa il sindaco: “Il terreno attorno viene spesso utilizzato per fare picnic la domenica; inoltre, anni fa, proprio in questo punto, hanno avuto luogo dei concerti molto suggestivi nell’ambito del festival musicale della Via Francigena”. Questa preziosa testimonianza storica immersa nel verde, riveste un ruolo non secondario per il comune, in quanto “è una parte importante di Bollengo”, ci dice il sindaco, “e vogliamo promuoverlo insieme alle altre testimonianze storiche per valorizzare il paesaggio anche a fini turistici”. In questo ambizioso progetto, “l’ingresso del monumento nella rete museale dell’Ecomuseo AMI – Anfiteatro Morenico d’Ivrea – ha di certo contribuito a dare, attraverso la realizzazione di un circuito, una visibilità maggiore al campanile”, conclude. L’invito è, quindi, a recarsi a Bollengo per ammirare, magari in una bella giornata di sole, una delle testimonianze simbolo di questo comune e del romanico canavesano.
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