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Letterina a Babbo Natale al tempo della crisi

Letterina a Babbo Natale al tempo della crisi
Caro Babbo Natale,   sono Luigino, un bambino indigente.  

Quest’anno volevo chiederti il videogioco “Caccalandia” della Playstation. Poi però ho pensato che il gioco Caccalandia della Playstation non serve a molto se non hai la Playstation e quindi volevo chiederti la Playstation. Poi però ho pensato che non serve a niente avere Caccalandia e la Playstation se non hai la corrente in casa, e quindi per Natale vorrei che pagassi le bollette della luce al mio papà, che si è fermato a marzo e l’Enel ci ha tagliato i fili.

  Come avrai capito, le cose non vanno tanto bene. C'è la crisi e il papà è rimasto senza lavoro, senza cassa integrazione, senza mobilità, senza niente insomma. Faceva l’operaio alla Thyssen Krupp, ma lui è contento perché pensa ai suoi colleghi e dice che poteva andare peggio. Se potessi trovare un lavoro al mio papà, caro Babbo, sarei felicissimo. Sta tutto il giorno a casa ed è nervoso. Così fuma. Fuma tantissimo. All’inizio fumava tre pacchetti di Muratti, poi le Muratti costavano troppo ed è passato alle Nazionali. Poi anche le Nazionali costavano troppo e adesso fuma fondi di caffè e lattuga secca. Dice che fumare gli calma il nervoso. Poi picchia me e la mamma, ma senza cinghia e noi siamo contenti.  

Per fortuna almeno la mamma lavora. Non fa più la donna delle pulizie, come l’anno scorso, perchè per via della crisi l’hanno licenziata. Ma ha trovato subito un altro lavoro. Non ho capito bene cosa faccia, tutte le notti si mette la minigonna ed esce truccata come un Picasso. Rientra la mattina coi vestiti strappati, guadagna tanti soldi ma li spende tutti in medicine perché a star fuori la notte si prende un sacco di malanni. L'altra sera quando mi ha dato il bacio della buonanotte mi è venuta la gonorrea e il suo ginecologo dice che forse dovrebbe licenziarsi.

L’anno scorso per Natale ti avevo chiesto un fratellino. Tu non me l’hai portato, ma se possibile vorrei disdire il mio ordine, perché se arriva un fratellino io ho paura che la mamma venda le mie scarpe per comprargli la pappa, e non so se mi piacerebbe.

Caro Babbo Natale, c’è una cosa che vorrei chiederti: come mai al mio amico benestante Edmondo, che suo papà fa il deputato, tutti gli anni gli porti la Playstation, la minimoto, la maglietta firmata da Cristiano Ronaldo, e a me, che mio papà fa il disoccupato, mi regali un portachiavi, una scopa e la canottiera di Paolo Strazzacane, che sarebbe un amico di papà che fa il terzino nella squadra della pizzeria?

Ora non vorrei buttarla in politica, ma a Natale non dovremmo essere tutti uguali? Bè, non so se lo sai, caro Babbo, ma qui non siamo uguali per niente. Io l'anno scorso al cenone della vigilia ho mangiato mezzo Big Mac. Edmondo, il mio amico benestante, invece ha affittato Gordon Ramsey che gli ha fatto la bouillabaisse. Il mio papà è bastato che dicesse ad alta voce la parola “bouillabaisse” che un quarto d'ora dopo ha suonato alla porta Equitalia.

Però anche i ricchi hanno tanti problemi, e ho scoperto che per loro il Natale non è una festa tanto gioiosa. Pensa che ieri sono andato a mangiare a casa di Edmondo, il mio amico benestante. Mi ha invitato perchè è molto triste in questi giorni, dice che ha ricevuto solo 41 regali e l'anno scorso ne aveva avuti 45. “È tremenda questa crisi” ha detto. Io ho fatto sì con la testa e siamo andati a tavola, e c'erano le candele placcate d'oro e così tanti filippini che sembrava di stare a Manila.

Per cena c'era il risotto al tartufo, ma l'ha mangiato solo Edmondo. A me hanno dato i sofficini perchè – ha detto il suo papà – i poveri non apprezzano le raffinatezze. Edmondo però si è messo a piangere, diceva che era scotto e l'ha lasciato tutto lì.

A quel punto io guardavo il risotto fumante e sbavavo come un rubinetto, e la mamma di Edmondo se n'è accorta. Mi ha guardato con un grande sorriso, mi ha dato una carezza e ha detto: “Luigino, se il tuo cuore è pieno, non importa se hai la pancia vuota”, e ha dato il risotto al gatto.

Insomma io comincio a pensare che questa cosa del Natale sia solo una fregatura. Penso che sia la festa dell'ipocrisia e che a questa storia dell'amore e dei sentimenti e della ricchezza autentica non ci creda più nessuno. Quindi facciamo così, caro Babbo. Quest'anno a Natale non portarmi niente. Vieni solo a far visita alla mia famiglia, e divideremo con te la nostra umile cena della vigilia. Perchè è solo del tuo Spirito e della tua Gioia che abbiamo davvero bisogno.

Il piccolo Luigino, bambino indigente

ps. Quando vieni, parcheggia pure la tua slitta in cortile. Così ti mangiamo una renna.

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