La notizia gliel’hanno anticipata pochi giorni prima del Natale. Ed è una di quelle notizie che nessuno vorrebbe avere. Soprattutto se si è padri di famiglia e se si ha un mutuo sulle spalle. Da gennaio 2014, l’Edipower potrebbe chiudere. Almeno per un anno. L’ha fatto intendere la proprietà, per ora in maniera non ufficiosa, alle rappresentanze sindacali. Sì, avete capito bene. La centrale termoelettrica di Chivasso, realizzata negli anni di Andrea Fluttero sindaco, potrebbe chiudere la produzione di energia per i prossimi dodici mesi. Colpa della crisi. Colpa di una domanda che non giustificherebbe più l’offerta. E poco importa se in questa città c’è un’amministrazione comunale ignara di ciò che gli capita sotto il naso e che, mentre la proprietà lascia trapelare pessime notizie per i suoi lavoratori, continua a diffondere volantini che annunciano trionfalmente il proseguio dei lavori per la realizzazione della rete di teleriscaldamento. Chi gliela porterà l’energia termica dentro quei tubi per cui si sta smantellando la rete stradale urbana se la centrale non funzionerà più? Questo bisognerebbe chiederlo al sindaco Libero Ciuffreda, sicuri che ad oggi non avrebbe una risposta perché la doccia gelata che giovedì hanno ricevuto i 48 dipendenti di A2A, la società che ha acquisito lo scorso anno l’Edipower, l’avrà anche lui. Ma torniamo a bomba. Il comunicato diffuso venerdì scorso dai lavoratori pochi giorni dal Natale è scioccante: dopo aver perso un polo produttivo come la Lancia, Chivasso rischia seriamente di perderne un altro. Simbolo - volenti o nolenti - di una realtà a cui rischiano di rimanere solo più Simona Ventura e i Nocciolini. Un po’ poco per quasi 15 mila famiglie da sfamare. Intorno all’Edipower ruotano un centinaio di persone tra dipendenti e lavoratori dell’indotto. Quasi tutti di Chivasso e dei comuni limitrofi, Torrazza, Verolengo, Rondissone, Brandizzo. “A seguito della comunicazione ricevuta dalla Direzione di Centrale, tramite l’RSU, si evince la volontà di A2A, che dal 2013 ha acquisito la Società Edipower, di inserire, per tutto il 2014, la Centrale Termoelettrica di Chivasso in un periodo forzato di mantenimento a freddo (inattività totale dei gruppi produttivi circa 1200 MW)”. Si legge in un comunicato che ci hanno portato in redazione, giustamente allarmati, i dipendenti Maurizio Bovini di Verolengo, Alessio Bessone di Rondissone e Roberto Pisanelli (Rsu) di Chivasso. “Tale decisione induce seria preoccupazione tra i lavoratori dell’Impianto per il futuro lavorativo proprio e quello dell’indotto legato alle attività di manutenzione ed esercizio - si legge nella nota -. L’attività della Centrale ha ampie ricadute sull’economia del territorio, basti pensare ai contratti di servizi terziarizzati, all’approvvigionamento materiali e tutto quanto ruota attorno ad una realtà produttiva di queste dimensioni e importanza”. “A questo punto diventano lecite le seguenti perplessità - prosegue -. Quali sono i motivi che hanno portato a una decisione così drastica, che coinvolge un impianto moderno ed efficiente e di basso impatto ambientale, il cui funzionamento è considerato non remunerativo a soli 10 anni dal suo avviamento, mentre sul territorio troviamo delle realtà produttive con caratteristiche tecniche simili o addirittura inferiori che invece funzionano regolarmente? Sono presenti in tutta Chivasso cantieri a cielo aperto per la posa delle tubazioni del teleriscaldamento, programma legato anche al funzionamento della Centrale con produzione di vapore per un riscaldamento a basso costo. Lo scenario che si prospetta dà future garanzie al progetto? Alla luce di tutto questo ci chiediamo quali possano essere le future intenzioni dell’Azienda e l’eventuale posizione degli Enti locali”. Qualcosa di certo sulle intenzioni della proprietà della centrale dovrebbe sapersi oggi, lunedì 23 dicembre, visto che è in programma un incontro all’Unione Industriale tra l’A2A e il sindacato di categoria. Sino ad ora non s’erano avvertiti segnali di crisi, se non per la cassaintegrazione a rotazione di cinque dipendenti a settimana per quaranta settimane. Da gennaio, cassa, mobilità o contratto di solidarietà per tutti: queste potrebbero essere le ipotesi, in caso di conferma di quanto anticipato formalmente giovedì scorso. Tra due giorni è Natale. Non c’era modo peggiore per fare gli auguri a questi cento e più chivassesi. [caption id="attachment_31694" align="alignnone" width="300"] Due dipendenti Edipower[/caption]
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