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20 Giugno 2018 - 11:27
“La cultura è anche suoni e sapori”. Così si sono conclusi gli interventi ufficiali, del sindaco Andrea Gavazza e dei rappresentanti delle associazioni e della comunità marocchina, alla festa “Suoni e sapori delle culture della nostra comunità”, che si è svolto sul piazzale della chiesa di Cavagnolo sabato scorso nel pomeriggio, con la presenza delle associazioni G.T, Nemo e “Donne e bambini”, oltre che rappresentanti della comunità marocchina di Cavagnolo. E’ mancato il console del Marocco a Torino, impegnato all’ultimo momento. La festa multietnica è stata partecipata sia da abitanti del posto che da persone provenienti da paesi limitrofi e Paesi lontani, variopinta nei colori dei costumi tradizionali marocchini, con la presenza di Don Desirè, parroco di Brusasco e Cavagnolo, e da tutte quelle persone che credono nella integrazione delle culture e nei valori che uniscono anziché in quelli che dividono. Il sagrato si è riempito velocemente, e velocemente sono state svuotate le caraffe con il tè alla menta. Anche i dolci tipici sono stati ben apprezzati. E’ stato bello vedere persone dalla pelle bianca o scura o nera mescolarsi e stare bene insieme, è stato bello per qualcuno ricordare come era un tempo e cosa è cambiato. La storia di Mloud Lafdaigui, nativo del Marocco, arrivato a Cavagnolo nel 1977, con l’unica possibilità di dormire nel salone parrocchiale nei fine settimana, mentre nelle altre notti dormiva in macchina, nella piazza. Poi finalmente trovò un’anima buona che gli affittò una camera. Quando riuscì a sposarsi con una italianissima, bionda per di più, la signora Ferrari Marisa, nel 1981, la sua vita iniziò a cambiare, con ostacoli ogni tipo da superare. Oggi sono nonni felici. Come lui altri ce l’hanno fatta, e sono cittadini italiani a pieno titolo. Come ha detto il sindaco, oggi è la cultura ad unire persone con il colore della pelle diverso, ed è la cultura che permette di superare le differenti tradizioni, usi e costumi, pur mantenendole vive e trasformandole in arricchimento. Anche qui, nei nostri paesi, come ormai in qualsiasi settore della vita sociale, sta diventando sempre più importante la visione globale, complessiva e allargata, anziché l’ancoraggio ad un modello di amministrazione comunale che , restando chiusa, non permette alle potenzialità di diventare valore aggiunto per la comunità.
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