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LOCANA. La Regione in aiuto dei giovani imprenditori

LOCANA. La Regione in aiuto dei giovani imprenditori

La Regione Piemonte vuole venire in aiuto agli aspiranti piccoli-imprenditori del settore turistico, artigianale ed agricolo: aspiranti imprenditori che, pur dotati di creatività, fantasia, desiderio di mettersi in gioco, finiscono spesso per rinunciare ai loro progetti a causa delle difficoltà burocratiche che incontrano. L’iniziativa, che per ora è ancora nella fase preparatoria, prenderà il via in autunno e punta a fornire  informazioni su bandi e finanziamenti, sostegno nell’espletamento delle pratiche, consigli sul modo migliore per trasformare le intenzioni in progetti concreti.  E’ stata annunciata a  Locana sabato 2 giugno nell’incontro “Nuove energie per rilanciare le nostre valli” dall’assessore regionale alla Cultura ed al Turismo Antonella Parigi, che ha dialogato con amministratori e cittadini per prendere contatto con la realtà del territorio e farsi un’idea delle sue potenzialità e dei suoi problemi.

“Non mi occupo di attività produttive – ha detto l’assessore - e quest’iniziativa non vuole porsi in competizione con altre. Mi occupo però di turismo, che fino al 2008 non era un asse portante in Piemonte  perché avevamo la manifattura. La crisi ci ha spinti a prendere maggiormente in considerazione questo settore, anche se le difficoltà sono tante ed occorre cambiare mentalità. Credo nei piccoli gesti  e nelle soluzioni innovative: il mercato sta andando in quella direzione”.

Come prevedibile, ha trovato pieno appoggio nel sindaco di Locana Giovanni Bruno Mattiet, sempre pronto ad appoggiare le proposte che promuovono il territorio ed anche a lanciarne, com’è avvenuto di recente con il contributo ai nuovi residenti con figli in età scolare, del quale hanno parlato anche i giornali nazionali. Più dubbioso il sindaco di Ribordone e presidente della Comunità del Parco Gran Paradiso Guido Bellardo Gioli che ha sottolineato come le risorse naturali e culturali delle vallate alto-canavesane non siano sufficienti a garantire uno sviluppo turistico se continueranno a persistere le attuali condizioni di arretratezza nei servizi.

Poco propensi al cambiamento

Negli interventi, sia degli amministratori che del pubblico, sono stati ricordati alcuni dei problemi classici di queste zone: lo scarso valore attribuito alle ricchezze del territorio, molto più apprezzate dai turisti stranieri che dai suoi abitanti; la poca propensione ad unire le forze; una diffusa ritrosia ad uscire dagli schemi che vedevano il lavoro nell’industria come l’obiettivo cui tutti dovevano tendere. “Finché c’era <Mamma Azienda> -ha detto uno degli intervenuti – tutti andavano lì ed il  territorio è stato lasciato a sé stesso”. <Mamma Azienda> , per chi non lo sapesse, era l’AEM poi diventata IREN, che per decenni ha rappresentato un mito nella Valle Orco.

Andata in crisi l’industria, il nuovo miraggio (ben misero, in verità) sono diventati  i call-center. Su questo la Parigi si è espressa in modo inequivocabile:  “Meglio lavorare la terra!” ha esclamato, aggiungendo poi: “Se ci fosse più lavoro, anche i call-center dovrebbero pagare meglio i propri dipendenti”.

Le nuove iniziative

Accanto alle criticità, sono venute fuori tuttavia intenzioni, proposte ed anche iniziative già concretizzate. Alcune puntano a soddisfare la clientela più attenta alle mode: ne è un esempio l’idea di due giovani che vorrebbero realizzare un  campeggio di lusso, con  la casetta sull’albero dotata di idromassaggio. L’assessore concorda: “ A Torino non riusciamo più a vendere le case:  il mercato immobiliare è in sofferenza. Cosa funziona? Il lusso ovvero le case con un  valore aggiunto: ad esempio ce n’è una destinata solo ai proprietari di animali”.

Verso un’altra direzione si muovono iniziative come quella realizzata a Chironio con i “Presepi da scoprire”. Come hanno raccontato due fondatrici del Comitato che organizza la manifestazione nella borgata, l’idea era venuta ad una di loro, che aveva visto presepi in zone rurali che sfruttavano angoli particolari ed  aveva proposto agli altri abitanti di fare la stessa cosa. Proposta accolta con titubanza – hanno spiegato –

“perché non tutti siamo artisti. Tutti però hanno collaborato; chi viene solo d’estate ha messo a disposizione scale e balconi ed il Comune si è occupato delle luminarie; abbiamo creato un percorso naturalistico, collegando il ponte romanico poco distante. Molti visitatori, mai venuti prima, sono poi tornati in estate per vedere com’erano quei luoghi nelle bella stagione”.

Altro snodo fondamentale per attrarre i turisti, ma anche risorsa economica per i residenti, è offrire sistemazioni soddisfacenti anche al di fuori delle strutture alberghiere. È il caso di una ragazza che, sfruttando la vecchia casa dei nonni – è suo padre a raccontarlo - e pubblicizzando in modo adeguato la sua offerta, è riuscita a totalizzare un numero di presenze sorprendente. E’ in questa direzione che si è mosso l’assessorato: “Abbiamo cambiato  tutti i regolamenti, riconoscendo la locazione turistica. Dev’essere garantita l’equità fiscale per tutelare gli albergatori ma queste forme di  accoglienza vanno incentivate . Anche l’idea dell’Albergo Diffuso mi piace però bisogna proporre delle iniziative”. Sul riutilizzo dei  vecchi edifici, Antonella Parigi ha sfondato una porta aperta : “Noi abbiamo molte case sfitte – ha detto il sindaco – perché non riusciamo a creare un’agenzia che aiuti la gente ad affittarli, facendo incontrare domanda ed offerta? In  questo modo lavorerebbero anche gli artigiani per mettere a posto gli edifici, lavorerebbero i commercianti e sfrutteremmo un patrimonio edilizio che rischia di essere abbandonato a sé stesso”.

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