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OZEGNA. Canavesani padroni del cielo nella Grande Guerra

OZEGNA. Canavesani padroni del cielo nella Grande Guerra

Antonio Reali

Tra i 45 assi italiani riconosciuti della Grande Guerra nella classifica guidata da Francesco Baracca, ci sono due canavesani poco conosciuti.

Ci occuperemo in questa prima parte di Antonio Reali e dei suoi 11 abbattimenti di aeroplani nemici. Era nato ad Ozegna il 31 marzo 1891, ed era emigrato in Svizzera a cercare lavoro. Tornò a casa per il richiamo alle armi nel 1915. Entrato nel Genio entrò volontario nel Battaglione Aviatori e frequentò la scuola di volo di Coltano (Pisa). Conseguì il brevetto di base su un Farman del 1912 il 1° luglio 1916. Nell’agosto dello stesso anno conseguì il brevetto di pilotaggio avanzato con un Farman 1915. Dopo la scuola caccia sui Nieuport di Cascina Costa, Antonio Reali fu assegnato alla 79a Squadriglia il 13 gennaio 1917 di stanza alla base di Istrana (Treviso).  Nel 1917 la squadriglia composta da 10 piloti aveva effettuato 1500 voli di guerra sostenendo 69 combattimenti aerei.

Antonio Reali in una prima azione di scorta rischiò subito di essere abbattuto dalla pattuglia guidata dall’asso austriaco Frank Linke-Crawford (27 vittorie prima di essere ucciso da Aldo Astolfi della 81a Squadriglia aeroplani il 31 luglio 1918), ma riuscì a rientrare malgrado i danni subiti. 

La sua prima vittoria accreditata giunse il 14 gennaio 1918 quando in coppia con il velivolo di Attilio Imolesi (morto a Marostica sul suo Nieuport che precipitò al suolo il 14 marzo 1918) abbattè un biposto austro-ungarico in Valstagna (Vicenza) nella valle in cui scorre il Canale di Brenta. La seconda e terza vittoria le ebbe nello stesso giorno (decollava anche tre volte al giorno), il 28 gennaio quando prima abbattè un caccia in Val Ronchi (Vicenza), la seconda sopra Cima Echele (Asiago, durante la prima battaglia dei Tre Monti). Qui le sue raffiche mandarono a terra un biposto austriaco  Hansa-Brandenburg C.I in cui rimase ucciso il tenente Seewald e preso prigioniero il comandante Gaderer. Due giorni dopo in coppia con il caccia del sergente pilota Giovanni Nicelli (che morirà sul Montello il 5 maggio 1918 per il cedimento strutturale del suo Nieuport). Il 1° febbraio in solitaria, affrontò un velivolo austro-ungarico a Cismon del Grappa. Poi in primavera il 20 giugno abbattè un caccia nemico nel cielo di Canareggio nei pressi di San Biagio di Callata (Treviso). Rientrato alla base, fu pronto nuovamente a decollare questa volta in coppia con il tenente pilota Guido Toffoletto e abbattere un altro velivolo nemico nel cielo di Susegana (Treviso). Il giorno dopo, 21 giugno, decollava con Guido Toffoletto e l’asso Marziale Cerutti (17 abbattimenti accreditati) e abbattè un Hansa Brandenburg C.I sul cielo di Susegana (Treviso). Rimasero feriti il caporale Lakatos e il sottotenente Loidl. Con la stessa formazione incontrarono un altro Hansa Brandeburg C.I e Antonio Reali abbatteva anche quel velivolo ferendo il caporale Praschel e il sottotenente von Jaskievicz. Sempre sul suo Nieuport il 5 luglio sorvolando le linee nemiche fu colpito da una pallottola di fucile proveniente da terra che gli trapassò la mano, ma riuscì ad atterrare e farsi medicare, per poi ripartire in combattimento il giorno successivo.

La decima vittoria accreditata arrivò ancora nel cielo di Susegana l’11 settembre 1918 quando in coppia con il capitano Mario Omizzolo (che verrà ucciso dalla contraerea austro-ungarica l’8 ottobre a Santo Stefano di Valdobbiadene) abbattè un velivolo nemico. Il 4 ottobre in volo con il gregario Leopoldo Eleuteri (7 vittorie accreditate) ebbe un altro duello aereo contro un caccia Albatros DIII ebbe la meglio abbattendo il caccia in cui rimase ucciso il caporale pilota Berggold. Nel 1918 la squadriglia, il cui simbolo era una lupa nera dipinta sulla fusoliera, aveva effettuato 2.910 voli di guerra sostenendo 158 combattimenti aerei.

Terminato il conflitto, Reali osservò gli addestramenti d’aggiornamento prescritti per i piloti e ottenne ancora per breve tempo il comando della 38a Squadriglia  nel novembre 1936 durante la guerra in Etiopia. Non ci sono al momento delle ricerche, notizie sul suo ruolo nella Seconda guerra mondiale. Dopo aprì un’officina di elettrauto a Como, ma dopo un brutto incidente in auto andò a vivere con i figli a Fano dove si spense in conseguenza delle lesioni il 19 gennaio 1975.

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