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29 Maggio 2018 - 18:46
Il Lions Club Valli di Lanzo sta conducendo un censimento delle principali Ville Storiche nelle Valli di Lanzo, costruite tra la fine dell’800 e i primi 20 anni del
novecento in piena Art Nouveau.
Lo studio e il rilievo delle residenze, finanziato dal
Lions Club Valli di Lanzo viene realizzato in collaborazione con l’Istituto Superiore
Fermi-Galilei di Cirié i cui allievi sono stati portati sulle varie località.
Quest’anno lo studio si è concentrato su Villa Massa di Mezzenile e in particolare su Villa Pastrone, splendida residenza Liberty costruita ed abitata dal grande regista torinese Giovanni Pastrone che nella villa di Groscavallo realizzò e girò alcune scene del film “Cabiria”.
La particolare rilevanza dello studio di questa residenza e della figura di Giovanni Pastrone, pioniere della cinematrografia italiana, assume un particolare significato per la storia del cinema.
Il lavoro svolto dagli studenti del Fermi-Galilei sarà presentato dal Lions Club Valli di Lanzo e dall’Autorità Scolastica Venerdi 15 giugno 2018 alle ore 10,00 a Cirié presso la sede del Comune a Palazzo D’Oria, alla presenza delle Autorità Locali.
Il Lions Club procederà alla premiazione dei lavori svolti.
Si tratta di un lavoro di ricerca di particolare rilievo sia per l’importanza dei personaggi e dei luoghi evocati, sia perché si intende così rinnovare l’interesse per la villa Pastrone che versa in stato di abbandono.
L’iniziativa è stata comunicata al Museo Nazionale del Cinema di Torino, per il particolare significato che assume ai fini della salvaguardia di un patrimonio storico di grande importanza.
Girato in Tunisia, in Sicilia e sulle Alpi, nelle Valli di Lanzo dove si diceva che fosse passato Annibale, fu il più lungo film italiano prodotto dei suoi tempi (3.500 metri di lunghezza circa per tre ore e dieci minuti di spettacolo) e anche, di gran lunga, il più costoso: un milione di lire-oro, a fronte del finanziamento medio per un film dell’epoca di cinquantamila lire. Pastrone, partendo da un suo soggetto che narrava le vicende di una fanciulla durante la seconda guerra punica, ricavò delle “scene” intervallate da didascalie “letterarie” per le quali volle al suo fianco come sceneggiatore Gabriele D’Annunzio, che accettò l’incarico e conferì alla storia una nobiltà altrimenti assente. Fu proprio D’Annunzio a ideare il nome “Cabiria”, “nata dal fuoco”, e a volerlo come titolo della pellicola, in quanto nome della protagonista. Cabiria fu un film molto ambizioso, uno dei primissimi colossal, che intendeva collegare la tradizione teatrale, la pittura, la musica, la letteratura.
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