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A Chivasso un consigliere che parla tanto ma non fa!

A Chivasso un consigliere che parla tanto ma non fa!

Scinica Giovanni

Si chiama Giovanni Sansone. Ha 66 anni e da quando è andato in pensione passa il suo tempo a controllare le cose che in città non vanno come dovrebbero andare, a cominciare dalle cacche dei cani lungo il viale, passando per le macchine parcheggiate sopra le strisce pedonali, proprio a ridosso della scuola Marconi e proprio all’uscita dei bambini, alla faccia dei vigili urbani che non ci sono mai e di quei poveri nonni che non possono fare nulla per ordinare il caos... L’altro giorno, Giovanni, è passato in redazione. Una specie di fiume in piena. Da una cartellina ha tirato fuori non una, centinaia di lettere regolarmente indirizzate al protocollo del Comune. Di febbraio, marzo, aprile, ottobre dello scorso anno e via discorrendo. Gli argomenti sono quasi sempre identici ed identiche le risposte.... “Mutismo totale”, ci racconta. Un mutismo al quale davvero non si vuole rassegnare, prendendo peraltro forza da un cognome eroico e trovando tutto il coraggio che a volte ci va ad essere tra quei cittadini che di stare zitti di fronte alle cose che non vanno come devono andare non ne vogliono proprio sapere. Punta il dito su tutti. Sul sindaco, sugli assessori, su Castello, su Corcione. Soprattutto parla di un consigliere comunale. “Quando vado in Comune e io in Comune ci vado quasi tutti i giorni - ci dice - non c’è mai nessuno. C’è solo lui, Giovanni Scinica. Dice sempre di sì a tutti e poi non si muove una foglia. L’ultimo volta gliel’ho detto chiaro e tondo. Gli ho detto: sai che faccio....? Vado alla Voce. E lui ha iniziato a dire. No. No. No. Alla Voce no. Quelli ce l’hanno con noi”. Detto. Fatto. “Sono qui.... Non sono un sobillatore. Sono un semplice pensionato che qualche anno fa non aveva ancora finito di dire al sindaco (Fluttero ndr) che lo scivolo del parco giochi non era a norma e già si era ritrovato con il nipotino ferito...”. Anche in quel caso “parole, parole, parole, parole, soltanto parole”. E dire che secondo Sansone sarebbe bastato fare la prova con il dito per capire che lo scivolo “tagliava”. E quando qualcosa toccandola ti taglia non c’è certificato che tenga a garanzia di sicurezza... “Al parco giochi però - passa e chiude Giovanni Sansone - qualche cosa Matola l’aveva fatta. Aveva messo i tappetini antiscivolo. Restano ancora lì le pozzanghere quando piove. Mi chiedo se è normale...”. Incredibile ma vero, Giovanni Sansone, è uno di quelli che alle ultime elezioni cittadini aveva optato per il cambiamento. “Tutti uguali. Sono deluso! Ho creduto in loro e me ne rammarico...!”.
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