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CHIVASSO. Via il direttore della casa di riposo a Castelrosso è tutto un pettegolezzo

CHIVASSO. Via il direttore della casa di riposo a Castelrosso è tutto un pettegolezzo

Avvicendamento in vista alla casa di riposo “La Fraternità” di Castelrosso.

Nei giorni scorsi il direttore della struttura ha rassegnato le dimissioni e il 1° maggio subentrerà una nuova guida alla residenza per anziani di proprietà della parrocchia dell’Assunta e, quindi, della diocesi di Ivrea.

Il nuovo direttore verrà nominato dal consiglio di amministrazione dell’ente e, oggi, l’elenco dei papabili è lungo come la quaresima anche se pare che la figura di riferimento e di fiducia sia già stata individuata.

La notizia dell’avvicendamento alla “Fraternità” da via San Rocco a Castelrosso è arrivata fino in via Torino e in piazza della Repubblica a Chivasso.

Anche perché sui rapporti tra la dirigenza ed il personale che opera nell’edificio si vocifera da mo’, almeno da quando il settimanale “La Nuova Periferia” ha pubblicato un paio di mesi fa una lettera anonima che denunciava il demansionamento di una dipendente, oggi licenziata.

Più che semplici voci, diciamo così, sotto i portici c’è chi ha tirato su un vero e proprio romanzo. Un racconto a tinte “rosa” che - giurano i soliti bene informati - avrebbe indispettito e non poco don Giampiero Valerio e i suoi più fedeli collaboratori.

Se uno andasse dietro alle voci che si sentono in giro, a quest’ora si potrebbero scrivere non una ma quattro pagine di giornale - scherza, al telefono, il parroco della frazione -. La verità è semplicemente che c’è un direttore che ha espresso la volontà di cambiare esperienza e, così come prevede lo statuto, verrà sostituito. Insieme a lui, anche la segreteria. Tutto qui”.

Taglia corto don Giampiero.  E non aggiunge altro ad un dibattito per cui a Chivasso c’è chi ruota il braccio come un’elica e bofonchia sornione: “uhhh, che gran casino là a Castelrosso!”.

Si tratta di un semplice avvicendamento come ce ne sono già stati in passato, nulla di più”, gli fa eco, e scansa le illazioni, Giampiero Cantoni, castelrossese del Consiglio di Amministrazione dell’ente.

Tutto è bene quel che finisce bene, dunque, stando alle versioni ufficiali.

Ma se una bolla di sapone è diventata un caso, un motivo ci sarà.

Non foss’altro per i malumori tra il personale denunciati in quella lettera anonima che ha provato a scoperchiare il pentolone... Un pentolone che è stato però prontamente e abilmente richiuso.

Non sappiamo nulla di quanto viene deciso dal consiglio di amministrazione della casa di riposo - allarga le braccia un fedele e influente parrocchiano castelrossese che ci prega di poter restare nell’anonimato -. Qualcosa dev’essere pur successo, ma da quelli là (don Giampiero e i suoi, ndr) non ci fanno più sapere nulla: quando c’era don Nicolino era tutto diverso, oggi invece è tutto un gran mistero...”.

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