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MONTANARO. “Cave Borra? E’ una vergogna!”

MONTANARO. “Cave Borra? E’ una vergogna!”

Era stata l’alluvione del 1994 a scoperchiare il “vaso di Pandora”. Secondo una prima versione si sarebbe trattato di una scoperta casuale da parte di una pattuglia della Polizia di Stato, ma le versioni successive, mai smentite né contestate, indicano come fonte di informazione una deposizione di un pentito durante una indagine di mafia disposta dalla Procura di Palermo.

Sempre nel 1994, il Centro Analisi Conal riscontra massicce tracce di solventi clorurati e idrocarburi nei campioni prelevati nelle immediate vicinanze della cosiddetta Cava Borra, al di fuori dalla zona posta sotto sequestro. Il rapporto conclude testualmente: “… si può supporre che la situazione all’interno, nella zona sequestrata, sia più allarmante.

A seguito di una ispezione eseguita il 14/12/1994 eseguita dal personale del laboratorio di Sanità Pubblica di Grugliasco (con la presenza del Sindaco di Montanaro Carlo Saroglia) la USSL 24 di Collegno – Grugliasco emette una dettagliata relazione in cui conferma la presenza di rifiuti classificabili in tossico nocivi e la presenza di sostanze pericolose nell’area della cava.

Sono 24 anni che si parla di bonifica dell’area, ma in concreto, nessuno fino ad oggi ha mai mosso un dito. Neppure il Ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti che alcuni mesi fa, ricevuto un dossier relativo a quest’area dal sindaco Giovanni Ponchia, lo aveva convocato a Roma. Riempito il trolley di buone speranze, Ponchia si era visto rinviare a data da destinarsi, quell’incontro, a poche ore dalla partenza. Son passati i mesi, si è chiusa una legislatura, ma di quell’invito il Ministero non ha più parlato. “Un comune, dinnanzi ad uno scempio ambientale di questa portata, è assolutamente impotente - allarga le braccia Ponchia - per questo confidavo in un incontro con il Ministro. Sappiamo che quel terreno è pieno di rifiuti classificati come tossico nocivi, ma non sappiamo neppre cosa ci sia davvero”. Ed è per questo che l’amministrazione Ponchia, per prima in questi 24 anni, ha investito 11mila euro per affidare ad un professionista un incarico per effettuare un piano di caratterizzazione. Era il 2017. Ora servirebbero altri soldi per proseguire con i rilievi topografici: “Troveremo anche questi 2 o 3mila euro per procedere, ma poi resteremo fermi. Una volta stabilito quel che si nasconde nel terreno dell’ex cava, non avremo le forze economiche per andare avanti. E’ probabile che ci limiteremo a dleimitare l’area inquinata mettendola, così in sicurezza. Ma quel che servirebbe è una bonifica. Solo il governo centrale, però, potrebbe occuparsene. Per un umile sindaco tutto questo è impossibile. Se devo dirla tutta l’atteggiamento del ministro Galletti mi ha fortemente deluso. Come primo cittadino di questo paese e come cittadino italiano, mi sono sentito preso in giro”.

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