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22 Marzo 2018 - 16:28
Che la seconda serata di Consiglio comunale non avrebbe portato nulla di buono, lo si poteva forse intuire fin dall’inizio. Avremmo dovuto capirlo ancor prima di entrare a palazzo, insieme al consigliere che con me stava per salire le scale, quando, sulla porta d’ingresso, con aria decisa ci ha superato la consigliera Genco: “siete venuti a rompere le balle anche stasera”. Pensavamo ad una battuta, peccato.
La sintesi della concezione della politica secondo il grillismo più intransigente: da una parte tutti gli altri, cioè i cattivi rompiballe, dall'altra loro, i buoni, i pentastellati onesti “a prescindere”. Per non parlare della considerazione del Consiglio Comunale che se ne ricava (dove tra l’altro nessuno l’ha mai sentita parlare), evidentemente inutile consesso, di intralcio all'agire salvifico ed incompreso dei 5 stelle.
La divisione del mondo ai tempi del qualunquismo dilagante e digitale: da una parte gli altri, quelli che qualunque cosa dicano o facciano rappresentano la vecchia politica, “a prescindere”, che non ha combinato nulla ed ha ridotto la città in queste condizioni. (Per inciso, non si sa bene quali siano queste condizioni ma a molti consiglieri grillini piace da morire, Ruento e Urso in testa, ripetere incessantemente questa frase, dev'essere un piacere anche fisico. Ormai sono tre anni che la ripetono, inutile far notare che da tre anni, appunto, sono loro a governare, la colpa è sempre di quelli che c’erano prima, anche in questo caso “a prescindere”). Dall'altra, i grillini, quelli che, al contrario, non sbagliano mai, e sono mossi solo da buone intenzioni, competenti “a prescindere”. Possono cambiare idea sulle idee “mantra” del Movimento ma la coerenza resta intatta, dall'Euro alle Olimpiadi.
Resta quasi superfluo citare come nell'ultimo Consiglio ci sia stata l’ennesima evidenza di cotanta buona politica, mista ad integralismo autolesionista. Infatti, l’irreprensibile Presidente Accorsi, si è accorto (si fa per dire) che diversi consiglieri risultavano decaduti dalle commissioni consiliari cui erano stati assegnati (avendo maturato 5 assenze non giustificate) ed altri risultavano decaduti dalla carica di consiglieri comunali (avendo maturato 3 assenze non giustificate). Questo è quello che prevede lo Statuto ed il Regolamento comunale. In ogni caso, “il Consigliere ha diritto di far valere le cause giustificative dell’assenza, dopo la contestazione del Presidente del Consiglio, con un termine massimo di dieci giorni per la presentazione della giustificazione”. La norma non dice, però, a quel punto, quale sia l’iter da seguire. E così il Presidente ha pensato bene di convocare un Consiglio Comunale non aperto al pubblico per valutare le giustificazioni, consegnateci in busta chiusa, e votare le eventuali decadenze. La sensazione sembrava essere: siccome ce n’è per tutti i gruppi, maggioranza e opposizione, saniamo tutto e di nuovo palla al centro.
Dal momento che era la prima volta che ci si trovava di fronte ad una situazione del genere, abbiamo chiesto che al Segretario generale di illustrare la correttezza dell’iter seguito ma il Presidente ha preferito non dargli la parola, nonostante numerose sollecitazioni. Abbiamo, altresì, evidenziato l’improprio utilizzo della seduta a porta chiuse (non ricorrevano le condizioni), sembrava quasi che il Consiglio dovesse decidere in gran segreto come “salvare” dalla decadenza i propri membri. Così come abbiamo evidenziato, l’impossibilità di esprimersi entrando nel merito delle motivazioni addotte nelle giustificazioni (una sorta di autocertificazione) presentate dai consiglieri.
E così dopo ampia discussione, il Presidente Accorsi, non curante delle nostre sollecitazioni, ha sfoderato il colpo di teatro: ritiriamo le delibere.
Ottima idea… Ma eludere il problema non equivale a risolverlo.
La controversia non è risolta. Ritirando la delibera si è sancita la decadenza? Nel frattempo gli atti approvati dai consiglieri indicati sono validi? Tutte domande senza risposta
Abbiamo suggerito, a questo punto, avendo ritirato gli atti, di farci aiutare dalla Prefettura per uscire da questo impasse. Ma il Presidente Accorsi ha detto che non è il caso. Così, “a prescindere”….
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