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VENARIA. Falcone sfratta il Gruppo Storico Militare

VENARIA. Falcone sfratta il Gruppo Storico Militare

Bruno Sacco vice presidente del Gruppo Storico Militare Carlo Emanuele II nella sede dell’associazione, usata come magazzino

Il “Gruppo Storico Militare Carlo Emanuele II ed il Reggimento delle Guardie della Venaria Reale” è  una delle tante associazioni storiche di questa città, che in questi anni ha rappresentato la Reale in Italia e in Europa, durante diverse rievocazioni storiche. Ma ora questa realtà è messa in serio pericolo per via della doppia lettera di sfratto da parte del Comune, che la presidenza ha ricevuto in prima istanza a metà dicembre e una successiva di gennaio, in cui intimava lo sgombero dei locali entro la data del 28 febbraio scorso.

Il motivo? Lo scarso impegno sul territorio da parte dell’associazione. “A partire dal 2015, ogni associazione ha avuto la possibilità di dare il proprio contributo - si legge nella lettera di sfratto - alla buona riuscita degli eventi organizzati dall’Amministrazione Comunale. Dagli atti risulta che l’associazione non ha mai partecipato ad alcuna iniziativa, venendo quindi meno a una delle condizioni necessarie per il rinnovo automatico della convenzione”.

Una tesi che non convince Bruno Sacco, vice presidente dell’associazione: “Tutti noi siamo sorpresi da questa decisione - ammette -. Non è vero che non abbiamo partecipato agli eventi. Ci sono foto che testimoniano la nostra presenza. L’ultima in ordine di tempo quella relativa alla serata sul dialetto piemontese. L’anno scorso abbiamo anche sfilato per il Carnevale, anche se noi non siamo un gruppo folkloristico e non abbiamo nulla a che fare con il Carnevale, visto che siamo un gruppo di rievocazione storica. Ancora prima abbiamo fatto serate alla Santa Maria. E se poi non ci invitano agli eventi, come possiamo noi presenziare?”.

Sacco, poi, ha chiesto un ulteriore rinvio per motivi logistici piuttosto seri, legati alle armi in dotazione al gruppo: “Essendo un’associazione che fa delle rievocazioni storiche una ragione di vita, ci sono tutte le armi che devono essere trasferite in un luogo sicuro e protetto. E per farlo si deve avviare l’iter di segnalazione dello spostamento delle armi stesse alla Questura e ai carabinieri. Senza il loro consenso, non si può effettuare il trasloco”. Per questo ora l’associazione minaccia di rivolgersi agli avvocati per ottenere una proroga.

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