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15 Marzo 2018 - 15:47
Nel 2011 il Comune di Casalborgone, guidato dal sindaco Amos Giardino, partecipa a un bando della Regione per la creazione delle “Banche del tempo”. La sua giunta aveva presentato un progetto di “banca del tempo” con l’intento di realizzarlo in collaborazione con la “Fondazione Rippa Peracca”. La Regione approva il progetto e riconosce al Comune la somma di 3.600 euro. Prima che i soldi arrivino, però, Giardino perde la maggioranza e si dimette. Il commissario straordinario Terracciano, che guida il Comune in attesa di nuove elezioni, decide di rinunciare al contributo e lo comunica alla Regione.
Nel settembre 2012 il nuovo sindaco Francesco Cavallero chiede e ottiene che la Regione riassegni il contributo e il Comune riceve finalmente i 3.600 euro. Cavallero però non dà seguito al progetto di Giardino e nel giugno 2013, con apposita delibera di giunta, stabilisce di devolvere la somma alla “Associazione Passa Tempo” che si è costituita il mese prima ed è presieduta da Francesca Guerra. L’associazione dovrà presentare un dettagliato rendiconto delle spese sostenute. Sei mesi dopo, con la Determinazione n. 158 del 30 dicembre 2013, il Comune liquida i 3.600 euro alla “Società Passa Tempo con sede in Piazza Carlo Bruna 14 Casalborgone”. E il 27 giugno 2014 (data del protocollo) la presidente Francesca Guerra manda al Comune la rendicontazione.
Bene, a distanza di quattro anni ci possiamo chiedere: a cosa sono serviti quei soldi? Quali attività ha svolto l’associazione “Passa tempo”? L’associazione non compare nemmeno nell’elenco delle associazioni sul sito del Comune. Nel sito non si trova neppure alcun riferimento alla “Passa tempo”, tanto che abbiamo tribolato a metterci in contatto. Nel sito del Coordinamento provinciale delle Banche del Tempo sono elencate le “banche” in attività: ci sono Chieri, Settimo, Nichelino, ma Casalborgone non c’è. La responsabile del coordinamento provinciale, contattata telefonicamente, ricorda di avere partecipato all’inaugurazione della banca del tempo di Casalborgone ma di non avere più avuto né contatti né notizie da allora. Nel 2016 il Coordinamento ha svolto una ricerca per verificare quali erano le banche in attività e quella di Casalborgone è risultata inattiva.
La rendicontazione delle spese
Come abbiamo scritto, sei mesi dopo avere ricevuto i soldi, la presidente Francesca Guerra manda la rendicontazione delle spese al Comune, dove viene protocollata il 27 giugno 2014. L’associazione ha speso 346 euro per “gestione cc banca, operazioni varie e chiusura “ presso la “CRT” (che non esiste più dal 2002, da quando è stata incorporata in Unicredito): in sei mesi ha utilizzare un decimo del contributo per le sole spese bancarie. Inoltre, ha speso ben 999 euro per “striscioni e materiale pubblicitario per sede mobile e manifestazioni”. Ha pagato 300 euro lo “studio loro e carta intestata”. Altri 179 euro per “mobiletto con chiave; kit tavolo e 2 sedie pieghevoli”. E 146,07 euro di “cancelleria base” il cui giustificativo è: “fatture varie a venire”. L’assicurazione è costata 234 euro. Infine, il 16 giugno, pochi giorni prima di inviare al Comune la rendicontazione, la “Passa tempo” acquista un computer portatile per 778,29 euro, un computer fisso per 329 euro, e un telefono cellulare con cover e ricariche per 237,89 euro.
Quattro anni perduti
Ci rifacciamo la domanda: in quattro anni quali servizi sono stati concretamente erogati alla collettività con tutti questi strumenti di lavoro? A ben poco. Lo conferma Pietro Cartella, che ci ha telefonato venerdì scorso. E’ il nuovo presidente della “Passa tempo”. Vicepresidente è Francesca Guerra. Il signor Cartella ci spiega che i primi anni sono serviti a “prendere la misura delle cose”. A studiare la situazione per evitare di sovrapporsi alle tante altre associazioni. Adesso la “Passa tempo” è pronta per partire. In primavera comincerà una campagna di sensibilizzazione e i soci saranno a disposizione dei cittadini tutti i martedì dalle 16 alle 18 in biblioteca.
Vedremo. A noi quattro anni di attesa e studio sembrano tanti. Considerando che l’associazione aveva a disposizione fin da subito, fin dal 2014, le attrezzature necessarie, delle quali aveva potuto dotarsi grazie al contributo economico della Regione. Ci chiediamo se non sarebbe stato meglio dare attuazione al progetto del sindaco Giardino, che prevedeva un’attività in collaborazione con la “Rippa Peracca”. La sua delibera di giunta del luglio 2011 è ancora scaricabile dal sito del Comune. Vi è allegata una sintesi del progetto, dove si afferma l’intenzione di creare la Banca del tempo “presso la Fondazione Rippa Peracca locale (la Casa di riposo è di proprietà dell’ente parrocchiale-religioso)”.
Non possiamo sapere se e come sarebbe stato realizzato il progetto di Giardino. Sappiamo però come finora non è stato realizzato quello di Cavallero e della Passa Tempo. Sono stati usati 3.600 di soldi della Regione, quindi di tutti. Questa somma non è più su un conto corrente disponibile per un eventuale diverso utilizzo, perché è stata impiegata per comperare l’attrezzatura di cui abbiamo parlato. Parte di questa attrezzatura è probabilmente obsoleta: come tutti sappiamo, dopo quattro anni computer e cellulari sono già vecchi. Una storia che non è certo incoraggiante per il mondo dell’associazionismo e per coloro che vorrebbero prestare la loro opera a vantaggio della collettività.
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