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14 Marzo 2018 - 14:20
Il sindaco Vittorio Covacci
"La ragione sociale della sinistra nell’ultimo decennio è cambiata, e l’obiettivo non è più stato il miglioramento delle condizioni di vita degli ultimi ma il renderci tutti degli esseri umani più buoni”.
La riflessione post voto, condivisa su internet e condivisibile in questi giorni di analisi elettorali e dibattiti sul responso delle urne del 4 marzo, oggi più che mai trova una sua concreta - ahinoi! - dimostrazione pratica in quel di Monteu da Po.
Un paesino di meno di 1000 abitanti, abbarbicato sulla collina chivassese, che vanta un duplice primato.
Avere un sindaco ventenne, Vittorio Covacci. E avere un sindaco ventenne, per giunta di sinistra, o almeno così pare, che rappresenta perfettamente il cambiamento sociale della sinistra italiana.
Una sinistra che non parla più agli ultimi. Ma, anzi, li osserva da lontano. E, lontano, li tiene.
Parliamo di un nuovo caso di emergenza abitativa scoppiato a Monteu da Po. Un caso che segue a quello dello scorso novembre, quando una coppia di residenti cui era stata pignorata la casa dalla banca chiese, invano, all’amministrazione comunale di tendergli la mano.
Niet. “Nisba”. Arrivederci e grazie.
La vicenda si concluse, all’epoca, fortunatamente bene, con i due che trovarono una sistemazione nella vicina Cavagnolo.
Oggi la storia si ripete. Ma, questa volta il caso è ancora più drammatico.
A correre il rischio di rimanere senza un tetto sotto cui dormire c’è un’intera famiglia. Padre, madre e un bimbo di nemmeno quattro anni.
E’ la famiglia di Daniel Farcas, 37 anni, e Tincuta Turcanu, 44. I due vivono da 9 anni a Monteu.
Da dodici mesi a questa parte i coniugi non riescono più a pagare l’affitto dell’alloggio di corso Industria.
Per questo, sono stati sfrattati. Lo sfratto è esecutivo, con sentenza del tribunale di Ivrea, dal 15 febbraio. Da un giorno all’altro possono essere messi alla porta. Con il loro bambino.
“Io faccio il muratore e il piastrellista, ma in questo periodo le cose non stanno andando benissimo e così mi trovo in difficoltà”, racconta Daniel, sguardo serio e cupo.
E’ preoccupato. Come sarebbe qualsiasi padre di famiglia.
Ha bussato, anche lui, alla porta del sindaco Covacci.
“Siamo a conoscenza che il Comune ha degli alloggi vuoti - spiega -, in più in virtù di una legge regionale sulla casa l’assistente sociale di Cavagnolo e il giudice del tribunale di Ivrea ci hanno detto che ne avremmo diritto. Almeno finché non usciamo da questa situazione. Il sindaco però ci ha risposto che l’alloggio che c’è in Comune non sarebbe più disponibile e la casa comunale di piazza Fratelli Bandiera non ce la può dare. Gli ho chiesto perché, mi ha riposto che deve fare un bando ma che adesso non può farlo”.
“Se ci sono dei lavoretti da fare, io sono anche disponibile a farli - prosegue il montuese - . Mi sono offerto di posare un termocamino, di allacciare il nuovo contatore dell’acqua potabile, di pagare anche un canone mensile d’affitto, compatibilmente con le nostre possibilità. Ma il sindaco non ci sente, non vuole aiutarci. E io non so più a chi rivolgermi...”.
Non resta che prendere a spunto le parole di Nanni Moretti nel film “Aprile”. E lanciare un ultimo, disperato, appello: Covacci, forza, fa qualcosa di sinistra!
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