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14 Marzo 2018 - 10:31
La Lega è il primo partito di Torre Balfredo, i cinquestelle lo sono nei quartieri di Bellavista e San Giovanni, a loro volta superati dalla coalizione di centrodestra.
Si deve ricominciare giocoforzo da qui. Dalla rilettura del voto in città per capire cosa ci si gioca alle elezioni amministrative in programma tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Analizzando i risultati della Camera dei Deputati si scopre, senza neanche troppo approfondire, comunque con una certa angoscia, che i tre blocchi, centrosinistra, centrodestra e cinquestelle, quasi si equivalgono. E’ vero che il Pd, rispetto al resto della provincia un po’ tiene. E’ vero che resta il primo partito in città, ma, tanto per cominciare, rispetto alle precedenti competizioni elettorali, perde per la strada più di un migliaio di voti, solo in parte intercettati da Leu e da Potere al Popolo.
Per questo, mica per niente, sono già in fase avanzata le trattative con Leu, anche considerando che “Potere a popolo” ha già stretto un patto - e lo ha fatto con largo anticipo sui tempi - con il candidato a sindaco Francesco Comotto.
“Il nostro risultato a Ivrea - commenta Franco Giorgio di Mdp - è abbastanza positivo. E’ quel che ci si aspettava, peraltro nettamente superiore al dato nazionale. Cosa significa questo 5%? Significa una base per poter ricostruire qualcosa... Nel suo complesso però la situazione del centrosinistra è preoccupante. Vedo all’orizzonte molte similitudini con Torino. A mio avviso c’è un ballottaggio a rischio e dobbiamo cercare di capire oggi come muoverci per evitare che la città vada in mano ai cinquestelle. Non sarà semplice. Il Pd ci ha cercato e comincia a chiederci che cosa vogliamo fare. Noi abbiamo già detto che siamo per la discontinuità con il passato e mi auguro che anche loro lo siano. Dobbiamo fare una seria riflessione sui mille voti persi rispetto alle ultime elezioni.... Non basterà dire che il Pd è il primo partito. Ci conviene essere realisti!”.
E ci sarà un programma da mettere in bella mostra e ci sarà da dichiarare quale governo della città si vuole e su quali progetti concentrarsi. Se sull’Unesco o sulla piscina. Se sulla biblioteca o su Palazzo Giusiana.
“Tutto, tranne il candidato a sindaco - conferma Franco Giorgio - Maurizio Perinetti non è più discutibile ...”.
Appunto. Maurizio Perinetti. Che non ci sia più nulla da discutere, solo da mettersi a lavorare pancia a terra, ne è convinto pure lui.
“Un voto di protesta in alcuni casi anche ingiustificato ma abbiamo preso una batosta e sia fatta la volontà del popolo - alza gli occhi al cielo - Sicuramente abbiamo sbagliato e chi sbaglia paga… Quel che si deve fare oggi è capire dove si è sbagliato. Siamo ancora una grande forza politica e abbiamo le capacità di recuperare....”.
In una mano il risultato nazionale, nell’altra il voto in città. “A Torre Balfredo ha vinto la Lega - dice - A Bellavista e a San Giovanni i cinquestelle. Come centrosinistra, in vista delle amministrative, dobbiamo ripartire da qui...”.
La verità? C’è che tutti, ma proprio tutti, questa sberla l’avevano prevista...
“Solo che è arrivata più severa e sonora di quanto ci aspettassimo - commenta disorientato il segretario cittadino Luca Spitale - Non ho ancora incontrato nessuno ma in molti mi hanno chiamato. Nei prossimi giorni elaboraremo una strategia ma è ancora tutto da costruire. Sicuramente lavoreremo a tutto campo nella costruzione di liste civiche di centrosinistra e di centrodestra ma oggi non c’è nulla di pronto, nè di preparato...”.
Di centrosinistra e di centrodestra? “Diciamo società civile...”, conferma, passa e chiude.
E sarà - è bene che ce lo diciamo in anticipo - la prima campagna elettorale della storia di Ivrea in cui non si saprà nè come si è cominciato nè dove si è finiti. Se è vero come è vero che il centrosinistra sarà anche un po’ di centrodestra e il centrodestra porterà in dote un po’ di centrosinistra. Se è vero che le liste civiche la faranno da padrone, evidentemente la campagna elettorale si concentrerà tutta, o quasi, solo ed esclusivamente sui candidati a sindaco. Non più i partiti. O meglio non solo i partiti a dettar le regole del gioco.
Resta la matematica e, se prendiamo il risultato alla Camera, i numeri ci dicono che se si fosse andati oggi a votare per il rinnovo del governo cittadino, Leu più Pd avrebbero raggranellato poco più di quattro mila voti, seguiti a ruota dal centrodestra con poco meno di quattro mila e dai cinquestelle con un po’ più di tremila.
Poi è vero che un confronto papale papale non si può fare. E’ vero che alle amministrative entrano in gioco le liste civiche con gli amici, i vicini di casa, gli zii, le madri, i padri e le nonne. Però sull’elettorato libero da vincoli l’influenza dei partiti resta e se resta, ha ragione Franco Giorgio, si andrà al ballottaggio, con tutti i rischi del secondo turno. E tutti sanno che al secondo turno non sempre a vincere è chi è arrivato primo al primo...
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