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08 Marzo 2018 - 15:19
E va bene, si fa per dire, la stangata nazionale a cui ha portato la gestione renziana del Partito Democratico.
Va bene perdere le elezioni, va bene uscire sconfitti nel collegio di Ciriè-Ivrea dov’era candidata la deputata uscente Francesca Bonomo, che in fondo il Canavese di centrosinistra non lo è mai stato, anzi. Va bene perfino scendere sotto la soglia del 20%, che alla fin fine la debacle era nell’aria e in tanti l’avevano vista lunga . Insomma va bene tutto, ma proprio tutto.
Ma a guardare i risultati del Pd della Bonomo nei comuni della Val Malone, si capisce che qualcosa non ha funzionato. Lì, proprio lì, dove la deputata uscente è nata, è cresciuta e ancora ci vive, tra l’impegno in parrocchia e l’attività nel circolo del partito.
A Barbania, insomma a casa sua, in quello che dovrebbe essere il suo fortino elettorale intoccabile, la Bonomo ha preso una batosta incredibile, che non dimenticherà tanto facilmente.
Se nell’intero collegio ha raccolto il 23,86% dei voti, nel suo paese è arrivata solo al 21,68%. Neanche al secondo posto, ma al terzo. Meno della metà dei voti di Alessandro Benvenuto, il candidato leghista del centrodestra, che ha raggiunto la percentuale record del 50,26%, 8 punti in più rispetto al dato totale del collegio. E una quindicina di voti in meno della candidata del Movimento 5 Stelle, Valentina Pretato. Una medaglia che doveva essere non d’oro, ma di diamanti, e invece s’è rivelata di bronzo, forse di rame, pare anche di ruggine.
Insomma, al di là dell’ondata nazionale fortemente contraria al Pd, è chiaro che per la Val Malone l’impegno della Bonomo non è stato sufficiente.
Una bocciatura completa. La deputata uscente del PD, infatti, ha perso anche a Rivarossa, a Levone, a Vauda, a Front, a Rocca. Quasi in tutti i comuni con percentuali bulgare, fin sotto al 20% a Front (19,73%) e Vauda (19,60%). E con il centrodestra che supera ancora il 50% a Vauda e lo sfiora a Rocca (49,89%).
Percentuali che avrebbe dovuto totalizzare lei, e senza neanche troppa fatica. Un po’ come Alberto Avetta, fermo al 25% al collegio senatoriale, ma sparato al 47,25% nella sua Cossano. Ma così non è andata.
Bonomo, davanti allo specchio, dovrà chiedersi il perché. E trovare, lei sola, la risposta.
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