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07 Marzo 2018 - 14:50
Una competizione in cui centrodestra e centrosinistra si annullano vicendevolmente rimettendo la palla al centro. Di questo si comincia a parlare nelle segrete stanze di chi si sta occupando e preoccupando delle elezioni amministrative di questa primavera. In una mano i risultati delle politiche, dall’altra i numeri di telefono di militanti, amici e parenti.
“Hai visto il risultto del Pd?”. E quell’altro: “Incredibile la Lega...”. E poi sull’astensionismo. Sui voti nulli. Sui cinquestelle e sulle ideologie che intanto non sono più quelle di una volta.
Insomma, se è vero che c’è già una base di partenza, con i quattro candidati usciti allo scoperto, Massimo Fresc dei cinquestelle, Maurizio Perinetti del Pd, Elisabetta Ballurio e Francesco Comotto, è altrettanto vero che manca all’appello tutto il centrodestra.
Ecco! Appunto! Che cosa farà il centrodestra? Ha già in tasca un candidato o andrà in cerca di una sintesi, per esempio con Ballurio e con Comotto, nel solco di quei tanti discorsi che si sono fatti sulla grande alleanza dell’anticasta contro la casta, sognata da Alberto Tognoli e poi trasformatasi, mano a mano che i giorni passavano, in qualcosa di molto simile ad un incubo...?
Per il momento, inutile andare in cerca delle contromosse degli avversari, resta aperto l’interrogativo e pure la risposta.
Insomma da queste parti si viaggia nel buio più totale e il guaio è che non si intravede in fondo in fondo neanche una lucina.
Indubbiamente più avanti con le strategie, in casa del Pd, da giorni c’è sul piatto un boccone che definire “appetitoso” è dire poco. Glielo hanno piazzato lì quelli di Mdp. Ed è nientepopòdimeno che la candidatura del professor Mauro Salizzoni, direttore, dal 1993, del Centro Trapianto di Fegato all’Ospedale Molinette di Torino. Nato ad Ivrea il 14 aprile di quasi 70 anni fa, è, da un punto di vista professionale, il massimo degli esperti possibile nella sua specializzazione. Andrà in pensione a novembre, ma continuerà a lavorare come consulente. Vero è che da qui in avanti potrebbe davvero avere tutto il tempo per fare politica sotto le rosse torri. E non sarebbe una novità. Lo aveva già fatto nel 1994, ai tempi del sindaco Giovanni Maggia, candidato nelle liste di Rifondazione Comunista.
A Ivrea tanto quanto a Samone, a partire dagli anni ‘70, prima in minoranza e poi alla testa di una lista di ragazzini di belle speranze.
Insomma c’è Salizzoni nell’aria e c’è pure una proposta di Mdp non tanto indecente (dipende da quale parte la si guardi). Prevede che Mdp non partecipi alla competizione elettorale con una lista tutta sua, ma inserisca due, massimo tre esponenti in quella del Pd.
L’eventuale accordo, manco a dirlo, peserebbe tutto a sfavore dei candidati del Pd, garantendo a Mdp, con il gioco delle preferenze, più possibilità di entrare in consiglio comunale. E poi anhe perchè, in tutta franchezza, piazzare degli uomini e delle donne con una lista collegata al Pd in coalizione (già lo si è visto in passato) non sarebbe così facile, per quel calcolo con il metodo dont che assegna i posti in consiglio attraverso la regolare del comune divisore più alto.
La verità? C’è che il segreteario cittadino Luca Spitale, stando ai meglio informarti non avrebbe detto di “no” rimandando il tutto ad una decisione del direttivo che però ancora non si è riunito.
C’è dell’altro? Magari! Purtroppo solo tanta fuffa. Poca roba. Impegnati come sono stati tutti ai banchetti elettorali e a distribuire santini.
Anzi no. Qualcosa c’è!
Ed è una fake news sul futuro di Carlo Della Pepa, quando, beninteso, smetterà di fare il sindaco.
In tanti lo vedrebbero bene alla presidenza dello storico carnevale di Ivrea anche per la gran passione dimostrata in questi anni verso la manifestazione in tutte le sue sfumature.
Peccato che la notizia, avvalorata dalla scadenza del mandato affidato ad Alberto Alma, si scontrerebbe con le note capacità del sindaco Carlo Della Pepa di rifuggire da tutto ciò che implica un’assunzione di responsabilità superiore al minimo sindacale.
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