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07 Marzo 2018 - 10:56
Concetta Candido è nata l’8 marzo e quest’anno compirà 47 anni. E’ acncora alle prese con la sua “rinascita”, dopo essersi data fuoco per protesta negli uffici dell’Inps di Torino, nel mese di giugno dello scorso anno. Ha contestato il sistema burocratico con un gesto estremo, dopo essere stata licenziata e dopo aver visto negato il diritto di avere per intero la sua indennità di disoccupazione. Faceva le pulizie al Befed Brew Pub. A distanza di nove mesi da quella drammatica vicenda, ben raccontata in un libro scritto da Gad Lerner intitolato “Concetta, una storia operaia”, c’è ancora molto da fare per riacquistare la salute della pelle e delle corde vocali.
Innanzitutto, come stai?
Sto bene, a parte un po’ di mal di gola.
Come festeggerai quest’anno?
Penso che ci sarà una serata organizzata alla biblioteca Archimede di Settimo con la presentazione di un documentario ed un incontro con il pubblico per parlare di lavoro, della donna e della mia esperienza, dopo tutto ciò spero di poter passare un po’ di tempo con la mia famiglia.
È anche il tuo compleanno. Cosa vorresti per regalo?
Il regalo che vorrei in assoluto è poter riacquistare la mia indipendenza su tutti i fronti ma è un regalo che posso farmi solo io.
Pro o contro le quote rosa?
A favore delle quote rosa. Non sono ancora abbastanza le donne nel parlamento italiano che hanno voce in capitolo. Bisogna far sentire sempre la nostra voce tutti i giorni e bisogna ricordare che noi tutti i giorni meritiamo rispetto, non solo l’8 marzo.
È ancora tanto difficile essere donna oggi?
Purtroppo sì, ancora oggi in questa tempi è difficile essere donne. Abbiamo lottato per la parità e l’uguaglianza, ma in realtà sul luogo di lavoro ancora ci sono disparità sul piano economico pur facendo le stesse cose.
Questo discorso è valido sia per l’impiegato che per l’operaio, avremo anche tanti vantaggi per quanto riguarda la maternità, ma c’è ancora tanta discriminazione e soprattutto i nostri compagni nonostante abbiano il permesso e il diritto alla paternità sfruttano poco il loro ruolo di papà e di compagni di vita.
Esprimi un desiderio per tutte le donne del mondo...
Il mio desiderio è uguaglianza per tutti, a livello professionale, familiare, legale. Tutti devono avere pari doveri e diritti.
Altro desiderio è che l’uomo indossi ogni giorno i nostri panni, riconoscendo le nostre abilità di destrezza come madri, mogli e figlie, che portano sulle loro spalle il carico di due valige piene di valori raccolti dal passato e da riempire per il futuro.
In quest’anno particolare, cosa ti ha sorpreso in maniera positiva e cosa invece ti ha deluso?
Mi ha sorpreso di più la solidarietà ricevuta intorno alla mia vicenda e che comunque continuo a ricevere tutti i giorni tramite i social. Mi ha deluso, anzi direi ferita, che ancora dopo otto mesi c’è chi ancora pensa che il mio sia stato un tentato suicidio e non un atto di protesta. La vita per me è sempre stato un dono prezioso. Ma ho fatto del mio corpo l’unico mezzo a mia disposizione, uno strumento di contestazione.
Mimose o rose?
Mimose e rose sono belle da ammirare nel loro abitat ma tra le due non saprei. Avessi un giardino pianterei un albero di mimose e tante rose.
Festeggerai a casa o in ospedale?
Festeggeró a casa spero, a meno che non si vada fuori a cena a mangiare la pizza con la mia famiglia.
Ci sarà anche Gad Lerner?
Gad Lerner forse verrà a trovarmi nel pomeriggio, poi dovrà andare via per preparare un’altra trasmissione che comincerà tra breve.
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