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SETTIMO TORINESE. Addio al Cavalier Ballesio pioniere della Croce Rossa

SETTIMO TORINESE. Addio al Cavalier Ballesio pioniere della Croce Rossa

Il cavalier Franco Ballesio ci ha lasciato nella mattinata di ieri, lunedì 26 febbraio. Era un decano della Croce Rossa Italiana e donatore di sangue iscritto alla Fidas. Aveva 82 anni. Si è arreso ad un mesotelioma, un malattia professionale incurabile provocata  dall’amianto. Per questo motivo, al momento di andare in stampa nella serata di lunedì 26, non è ancora stata fissata la data dei funerali. La salma del Cavalier Ballesio è all’Hospice di Foglizzo a disposizione della Procura.

La notizia della sua scomparsa ha gettato nello sconforto la famiglia e i suoi colleghi. Il presidente della Croce Rossa di Settimo, Angelo Barbati, era andato a trovarlo nella serata di domenica 25. “All’Hospice di Foglizzo ho trovato un ambiente ed una professionalità d’eccellenza. E pensare che soltanto dieci giorni fa, Franco era in sede con noi. Si sentiva abbastanza bene, aveva indossato la divisa e ci era venuto a trovare. - racconta Barbati - . Era un socio fondatore ed una persona buona”.    

“Il Comitato della Croce Rossa - scrive il consiglio direttivo del comitato di Settimo Torinese - piange uno dei suoi soci fondatori, riconoscendone la Sua grande e nobile figura.  Dal 1974, abbiamo avuto la tua preziosa presenza nelle nostra attività, tutti noi siamo consapevoli che ciò che oggi rappresentiamo, a Settimo Torinese, non sarebbe esistito senza il tuo instancabile lavoro e il tuo luminoso esempio. Ti siamo grati per la generosità e la bontà che ci hai donato senza mai risparmiarti, fino agli ultimi giorni del tuo cammino.

Raccogliamo con onore la tua eredità, Franco, e cercheremo di diffonderla nel rispetto dei sani principi che ti hanno ispirato e che ci hanno uniti, facendo sì che il nostro operato rimanga nei cuori delle persone che assistiamo, proprio come tu rimarrai nei nostri, per sempre. Ciao Franco”.

Il Cavalier Franco Ballesio lascia la moglie Giovanna Robotti, i figli Roberto, Massimo con la moglie Nadia. “In tanti anni - ricorda il figlio Massimo - non l’ho mai sentito parlare male di nessuno. Era una persona appassionata del volontariato”. Un esempio  per tutti.

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