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26 Febbraio 2018 - 12:49
Venaria è da sempre il paese dei “mai cuntent”, anche se di piemontesi e venariesi doc ce ne sono sempre meno.
L’ultimo esempio lampante è quello relativo al Carnevale. Pur avendo visto la partecipazione di migliaia di persone, con bambini, nonni e genitori festanti, una fetta di popolazione ha aspramente criticato - sui social, e dove sennò? - l’organizzazione della 40esima edizione, come sempre affidata al Comitato del Real Carnevale Venariese del presidente Francesco Scrudato. Ma non criticando il Comitato, bensì il Comune.
Il motivo? Presto detto: l’assenza dei carri. E persino alcuni politici locali hanno criticato l’assenza, non ricordandosi forse che l’ultima volta che non vennero organizzati c’era ancora “il sindaco dei sindaci” e non il Movimento 5 Stelle, il sindaco Roberto Falcone e l’assessora Antonella D’Afflitto.
Ma forse in pochi sanno quanto costa realmente l’affitto di un carro. Già, perché i carri vengono affittati, ergo pagati, e non vengono qui o altrove per beneficenza. In media, se va bene, si va dai 300 euro a salire. E alcuni, quelli belli e particolari, possono sfiorare i mille euro.
Ai “tempi belli”, la Reale ne portava una decina abbondante. Ovvero minimo 4mila euro. E, al giorno d’oggi, sono soldoni. E il buon Francesco Scrudato, già in occasione della presentazione al pubblico del Lucio e della Castellana, il 3 febbraio scorso, aveva detto: “Mancano gli sponsor. Solo con loro si potrebbe riuscire a ricreare il Carnevale di una volta. Ma è sempre più difficile trovare i soldi”.
Qualcuno potrebbe dire: “Beh, basterebbe fare meno eventi per Natale, e qualcosa troveresti. Sono 5mila euro del piffero…”. Certo, verissimo. Ma è pur vero che 5mila euro sul Natale vorrebbe dire qualche luce e qualche evento in meno. E qui si scaglierebbero contro i “mai cuntent” del Natale - che per certi versi sono gli stessi del Carnevale - che vogliono un Natale con i fiocchi sennò poi inizierebbero a criticare, a colpi di tastierate, l’operato della maggioranza, indipendentemente dal colore politico.
Se fai, sbagli. Se non fai, sbagli lo stesso. E i mai “cuntent” continueranno ad avere ragione. La loro.
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