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USSEGLIO. Malciaussia, nessun passo indietro di Grosso nonostante le polemiche

USSEGLIO. Malciaussia, nessun passo indietro di Grosso nonostante le polemiche

Nessun passo indietro sul progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’area di Malciaussia.

Se n’è discusso sabato mattina, durante l’ultima seduta di consiglio comunale di Usseglio. Franco Rubiola, consigliere di minoranza del gruppo “Lavoro e Progresso”, ha presentato un ordine del giorno per chiedere al sindaco Pier Mario Grosso e alla giunta comunale di revocare la delibera numero 38 della giunta comunale, datata 8 luglio 2017, e provvedere all’istituzione di una commissione consigliare per discutere il da farsi.

Con la suddetta delibera, la giunta comunale aveva affidato l’incarico ad un professionista per la redazione del progetto di riqualificazione dell’area. Per le istanze di Rubiola, in ogni caso, nulla da fare. Com’era pronosticabile, infatti, il consiglio comunale ha bocciato in massa l’ordine del giorno. Favorevole solo l’esponente di “Lavoro e Progresso”, astenuti invece Laura Bertino e Aldo Fantozzi. Tutti gli altri contrari alla revoca.

Le polemiche sul progetto da 600mila euro riguardano in primo luogo la realizzazione di un parcheggio a pagamento da circa 130 posti a 800 metri dal lago. Un posteggio integrato, quando necessario, da un servizio di navetta con partenza da Margone.  Sarà realizzato - hanno già sottolineato più volte il sindaco Grosso e l’assessore Alberto Varalli - semplicemente spianando e rivalutando il sedime esistente, non ci sarà asfalto”.

Rassicurazioni che a Rubiola, e a tanti altri, non bastano. “Sarebbe stato giusto coinvolgere anche gli altri sindaci della valle, vista l’importanza del tema - punta il dito -. Invece la giunta di Usseglio ha deciso di andare avanti per conto suo. Solo successivamente le persone sono venute a conoscenza dei fatti, quando il mio gruppo ha organizzato un piccolo presidio durante una manifestazione a Viù”.

Il consigliere è contrario in toto al progetto. “Il problema - spiega - è riportare alla vocazione naturale un sito che in questi anni è stato soggetto ad un turismo che l’ha snaturato. Cioè non vuol dire far sì che qui si venga a fare picnic e barbecue, ma si fanno gite e traversate, lo capisce anche un bambino”. Secondo Rubiola, invece di realizzare i nuovi parcheggi, sarebbe più corretto sistemare le due aree di sosta già esistenti, una situata nei pressi del rifugio Vulpot e l’altra lungo le sponde del lago.

Affrontare il problema focalizzandosi solo sull’ampliamento delle disponibilità dei parcheggi - prosegue - porta solo a richiamare più persone che salgono in macchina. A nostro avviso, invece, si doveva riqualificare intervenendo sulle modalità di afflusso. Ritengo che la soluzione migliore fosse sistemare l’area di parcheggio attuale senza sbancamenti eccessivi, avviando in accordo con la città metropolitana un ragionamento di ztl, e contemporaneamente studiare un percorso di trasporto”.

Eppure le navette, come ha ribadito più volte l’Amministrazione, pare non siano sostenibili economicamente. “Abbiamo fatto un preventivo, costerebbe massimo 450 euro al giorno - sottolinea il consigliere -. Con 600mila euro, i soldi necessari al progetto, andremmo avanti per una vita”. Tutto ciò, chiaramente, comporterebbe la chiusura del transito veicolare oltre l’area di sosta. “Ci si limiterebbe ad un’operazione di razionalizzazione dei parcheggi - conclude Rubiola -. Facile dire che il parcheggio non è asfaltato e rimane erba, ma quando comincerà lo sbancamento per i posteggi ci accorgeremo che l’impatto ambientale non sarà poi così limitato. E poi abbiamo guardato al rapporto costi-benefici? L’utilizzo reale di quell’area, se il tempo lo concede, va da giugno ad agosto. Sono convinto si debbano fare operazioni meno impattanti, con costi più contenuti, sfruttando maggiormente le tecnologie che ci permettono di dirigere i flussi delle auto”.

Critiche dall’Ata

Anche l’Ata, Associazione Tutela Ambiente presieduta da Alfredo Gamba, ha criticato aspramente il progetto, esprimendo contrarietà “sia nel metodo utilizzato che nel merito della soluzione proposta”.

Pur comprendendo la necessità di risolvere la situazione di parcheggio selvaggio, lascia perplessi il carattere d’urgenza dato al progetto impedendo, di fatto, un approccio sereno e lungimirante - comunica l’associazione -. Ci piacerebbe una soluzione condivisa, che tenga conto delle diverse esigente, tuteli il paesaggio, non consumi ulteriore suolo e sia a costi pubblici più contenuti. La mancanza di almeno un altro studio di fattibilità, come soluzione alternativa a quella proposta, indica un approccio già preconfezionato, datato culturalmente e, in prospettiva, senza margini di miglioramento nella gestione turistica del sito”.

Ata ha espresso poi ulteriori perplessità riguardo ad alcune frasi contenute nella relazione tecnica illustrativa del progetto che prevede, come detto, che quando il parcheggio risulterà pieno, in “qualche domenica di luglio e di agosto” i visitatori “potranno usufruire di un apposito servizio “ridotto” di navetta”.

Sorvolando sull’approssimazione delle alcune affermazioni riportate - conclude Ata - non è accettabile che in un progetto dal costo di realizzazione di 650mila euro vi siano tali imprecisioni, ma soprattutto riteniamo che tali affermazioni certifichino di fatto la sproporzione dei costi rispetto ai benefici attesi”.

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