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27 Novembre 2017 - 09:04
Municipio ivrea
Da qualche tempo si naviga a vista. No, non ho iniziato un corso di nautica, è solo un’amena considerazione sull’attività recente dell’Amministrazione Comunale, ormai …uscente.
L’interesse della stessa sembra molto più rivolto alla definizione degli schieramenti e degli equilibri interni, all’identificazione dei possibili concorrenti da contrapporre alla Presidente del Consiglio, Ballurio, che la candidatura a Sindaco se l’è imposta già da tempo per proprio conto. E’ già persino iniziata la caccia ai possibili alleati per il PD, ma non sarà molto facile convincere chicchessia ad andare a sorreggere un carro che non sembra più così vincente. Non mi stupirebbe però neppure una grande rimpatriata finale tra le varie componenti interne PD ed i recenti fuoriusciti.
Per due motivi molto realistici. Il primo è avvallato dalla capacità che c’è sempre stata nella sinistra di ricompattarsi al momento dell’impegno elettorale, una sorta di reminiscenza della Grecia antica, rissosa al proprio interno ma altrettanto pronta a realizzare un fronte unico nel momento del pericolo che poteva giungere dall’esterno, tanto più che nel caso specifico non attuarla determinerebbe un’ampia possibilità di perdita di un potere gestito per oltre trent’anni. Il secondo prende forza dalla capacità dei personaggi che rappresentano il PD di ingoiare rospi e trangugiare amaro in caso di traversie e trabocchetti fabbricati in casa propria.
Come qualcuno ricorderà ciò è già avvenuto in passato, precisamente nel 2008, quando il Pd era partito lancia in resta con il candidato Avetta e si ritrovò, dopo le primarie, con la sorpresa del candidato Della Pepa, che si avviava così al suo doppio mandato. In quella circostanza non ci furono ribellioni o rivoluzioni. Fu la funzionalità della macchina del partito che pensò poi a compensare il candidato caduto per causa del fuoco amico, lanciandolo verso una rapida risalita della china, in ambito della Provincia di Torino e ancora più nella novella Città Metropolitana.
Da tutto ciò scaturisce un mio primo pronostico elettorale di origine sacchiana (da Arrigo Sacchi, allenatore del Milan degli anni 80 e 90), per chi intendesse vedere il PD come sicuro perdente: non dire gatto se non ce l’hai già nel sacco. Qualora non bastassero tutte queste considerazioni a mettere in guardia da facili prospettive di successo per tutti gli antagonisti del PD, resta ancora da giocare il jolly del recente Referendum Costituzionale del dicembre 2016, che ha visto ad Ivrea prevalere il No di un’incollatura rispetto al si, mentre in zone appena limitrofe il divario è stato sicuramente più netto.
Se è vero che a bocciare l’attuale Amministrazione dovrebbero bastare ed avanzare tutta una serie di “incompiute” segnalate anche dalla “VOCE”, veramente imbarazzanti e non sempre del tutto casuali, che hanno avuto inizio con la tormentata vicenda del CIC, la posizione incerta sulle Centrali Idroelettriche sulla Dora Baltea, la gestione dubbia di tanti aspetti legati all’area Ex-Montefibre, a partire dalla Passerella, attraversando gli irrisolti abusi del Nuovo Tribunale, sino a giungere alle vicende recentissime che riguardano l’edificio del Poliambulatorio (novello EUR) con discutibilissime deroghe ai regolamenti e quattrini spesi per un’accessibilità inadeguata, se non sono da meno i fuochi d’artificio con cui sono state annunciate operazioni epiche come la costituzione di un Polo Culturale che si appoggiava alla Nuova Biblioteca Comunale, il risanamento dell’Asilo Nido Olivetti o la rivisitazione del Castello in stato di abbandono da anni, poi tutti immediatamente spenti per mancanza di risorse, l’attenzione deve essere posta invece sulle nuove iniziative che hanno visto attivo in questi ultimi tempi il PD, attraverso personaggi ad esso legati.
Mi riferisco alla vicenda della Fabbrica dai Mattoni Rossi, alle voci di passaggi di proprietà che sono diventati evidenti dopo una cortina di silenzi iniziali.
Iniziative come questa, peraltro condivisibile, sul piano degli sviluppi socio-economici che potrà generare, aggregano un’infinità di operatori che possono determinare una nuova linfa in consensi da riversare nelle arterie un po’ sclerosate dell’attuale PD. Altro elemento che permetterà una serie di contatti interessanti per il proselitismo politico è l’attivazione della Variante Strutturale al PRG, che genera sempre la necessità di contatto e confronto tra operatori del settore e quei privati che sono interessati alle modifiche urbanistiche e l’Amministrazione stessa. Questa analisi non può che rafforzare quanto ho già avuto occasione di sostenere più volte recentemente. Se l’obiettivo politico delle forze non schierate con il PD è quello di scardinare finalmente una politica antica che ha progressivamente rallentato il motore della Città sino a fermarlo, allora c’è una sola strada percorribile. E’ quella di mettere in atto una Coalizione dalla spiccata identificazione Civica, dalla quale nessuno deve essere aprioristicamente escluso. Il punto dell’eventuale ed auspicata conversione sulla stessa strada deve essere essenzialmente costituito da un programma definito in pochi e ben chiari punti in cui venga espresso con chiarezza quello che si intende fare nei prossimi cinque-dieci anni di governo della Città. Una conoscenza approfondita della situazione non può che essere fondamentale in questa direzione. Un programma che deve identificare le priorità da condividere e sulle quali riversare le energie intellettuali e le risorse economiche, pianificate sui tempi disponibili dei mandati. Chiunque anteporrà altri interessi, evidentemente di parte, non farà certamente il bene della Città. Nessuno vuole proporre una crociata contro un partito (il PD) che non avrebbe nessuna logica, ma nell’occasione delle prossime elezioni deve realizzarsi la supremazia di chi predilige la risoluzione dei problemi del Cittadino (quello che io ho sempre indicato con la C maiuscola) rispetto a chi antepone gli interessi delle segreterie di partito, le ambizioni personali degli esponenti del partito, le logiche indirizzate alla conservazione del potere invece che al progresso e al benessere di una Comunità.
Mi rendo conto che è una strada difficile, già la prospettiva delle elezioni politiche, del vento in poppa per qualcuno dei contendenti o la depressione per altri, possono condizionare gli intendimenti di ciascuno anche in chiave locale. Ma le esigenze di Ivrea sono altre, ce ne sono tante che non hanno colore politico ma che non vengono soddisfatte da troppo tempo. C’è sicuramente da lavorare e non credo che sia conveniente pensare di vincere la competizione per le “debacle” dell’avversario, come forse qualcuno ingenuamente può credere.
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