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CHIVASSO. Pallone sì, pallone no

CHIVASSO. Pallone sì, pallone no

Chi non ha letto del “sequestro”, da parte dei nostri vigili urbani, di un pallone al Parco giochi di via Po.

Un luogo dove i bambini, i nostri figli, utilizzano per giocare per esprimere il loro essere fanciulli.  Noi tutti siamo stati bambini e i giardinetti erano la nostra meta, il nostro ritrovo. Vorrei esprimere il mio pensiero personale, premetto che sono nato e cresciuto in un piccolo paesino dove ci si conosceva tutti e dove ogni posto era luogo di gioco, sia per strada che nei cortili dei condominii si giocava a palla, a nascondino e tanti altri giochi. Già allora alcune persone  si lamentavano per il troppo rumore e per gli schiamazzi dei bambini... ma felicemente giocando, litigando e inventando giochi siamo cresciuti, in un’epoca dove non esistevano ne telefonini ne videogiochi. Ci si confrontava e ci si divertiva con poco, anche solo con una bottiglia o un pezzo di legno. I tempi cambiano e la libertà è stata ‘limitata’... negli anni si è iniziato a leggere nei condomini “vietato giocare” per rispettare il riposo di alcune persone. Così sono aumentati  i parchi giochi, il posto dove portare i bambini. Lasciamoli liberi in questi spazi verdi, spegniamo cellulari e accendiamo la loro creatività. Non sono certamente gli schiamazzi dei bambini il problema di Chivasso.

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