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05 Settembre 2017 - 09:44
“O adesso o mai più...”. Sembra quasi di sentirli. In riunione. Seduti uno accanto all’altro con lo sguardo rivolto agli ultimi sondaggi siciliani che danno il centrodestra di Musumeci ad un livello di gradimento che non si vedeva da anni.
Eccoli lì i reduci di Forza Italia, Lega Nord e Alleanza Nazionale. Ringalluzziti e in grande spolvero, in vista delle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale in programma il prossimo anno.
Per il momento - pare di capire - hanno del tutto accantonato l’ipotesi di una grande alleanza delle opposizioni, per intenderci con Francesco Comotto e Alberto Tognoli.
Non se ne farà nulla e, salvo ritorni di fiamma delle prossime settimane, ognuno andrà per la sua strada.
Anche per questo Tommaso Gilardini e Diego Borla, da qualche tempo a questa parte stanno battendo palmo a palmo la città alla ricerca di un candidato a sindaco della società civile forte, spendibile e soprattutto disponibile, capace di attrarre le simpatie a destra, ma anche a manca.
E’ presto per fare dei nomi, ma c’è chi ci assicura, che non ci vorrà molto e potrebbe essere una donna.
“Se il centrosinistra non dovesse presentarsi unito - commenta Tommaso Gilardini - abbiamo grosse possibilità di finire al ballottaggio. Per il centrodestra è un’occasione irripetibile...”.
Sarà anche vero che “chi vive sperando, muore...”, ma loro ci credono e tanto deve bastare.
E viaggia talmente a mille l’euforia che si sta già lavorando ad alcuni incontri pubblici e serate a tema, non in ultimo con Roberto Di Stefano, dallo scorso giugno sindaco di Sesto San Giovanni, un tempo ribattezzata la “Stalingrado d’Italia” non foss’altro che negli anni ‘50, qui si contavano 16 mila iscritti al partito comunista, che è roba da guinness.
“Dopo 72 anni di ininterrotto governo della sinistra lì il centrodestra ce l’ha fatta....Se ce l’han fatta loro perchè non dovremmo farcela pure noi, qui ad Ivrea, decisamente meno rossa di quel che si crede” incrocia le dita Gilardini.
Insomma, almeno sulla carta una possibilità di giocarsela c’è, con il Pd da anni logorato dalla guerra fra correnti ed una sinistra divisa in mille rivoli. Resta da capire se nella città delle rosse torri davvero esista un personaggio capace di calamitare quella parte di elettorato (che è maggioranza alle urne), formalmente progressista, ma conservatore nel suo “io” più profondo, poco incline alle rivoluzioni e più portato alla tranquillità del lento scorrere del tempo.
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