AGGIORNAMENTI
Cerca
31 Agosto 2017 - 08:49
La sentenza del TAR sull’intervento edilizio progettato a fianco del Parco Mauriziano ha riacceso l’attenzione sul Parco stesso. E sulla “casa degli scout” costruita nella parte orientale.
Il Comune comprò il Parco nel 2004, per 178.000 euro, dall’Ordine Mauriziano. Pochi mesi prima l’amministrazione Fluttero aveva progettato la casa degli scout al centro del Parco al costo di 350.000 euro. Tratti dai 10 miliardi di lire che il Comune aveva ricevuto come compensazioni dalla società che aveva “raddoppiato” la centrale Edipower ora Gencogas. Si sollevarono proteste sia per la localizzazione sia per il costo. Nel 2007 l’amministrazione Matola ripiegò su una spesa di 110.000 euro e su un luogo più appartato.
Qualche giorno fa su facebook l’ ambientalista Salvatore Gregorutti si è chiesto a cosa serva quell’edificio e se qualcuno lo stia ancora usando. Sempre su fb ha risposto l’assessore Claudio Moretti. Una gaffe, a mio parere. Perché l’assessore ci ha abituati a dichiarazioni documentate, o documentabili, misurate e credibili. Invece quel testo non sembra nemmeno scritto da lui: contiene un errore ed elogia “smoderatamente” l’opera degli scout. Come se glielo avesse scritto qualcuno e Moretti l’avesse affrettatamente fatto proprio. Al riguardo facciamo qualche precisazione.
1. I dieci miliardi di compensazioni Edipower erano destinati per legge alla realizzazione di “opere di urbanizzazione secondaria che il Comune deve eseguire in relazione alla costruzione di centrali termiche”. Che cosa c’entra la casa scout?
2. Gli scout CNGEI una sede ce l’avevano già, e pure bella: un piano dell’ex Asilo Bocca di via Cappuccini, circondato dal verde. Una sede che tante altre associazioni si sognavano. Perché gli scout avrebbero dovuto lasciarla?
3. Quando gli ambientalisti vennero a conoscenza delle intenzioni del Comune ne furono contrariati: perché realizzare un edificio proprio DENTRO un piccolo parco? Perché sottrarne una porzione di verde alla fruizione di tutti i cittadini, a vantaggio di una sola associazione?
4. La casa scout sarebbe stata il primo passo della cementificazione e dell’uso privato del Parco? Che cosa sarebbe accaduto se altre associazioni avessero chiesto al Comune di costruire anche a loro una sede nel Parco?
5. Gli ambientalisti avevano dei dubbi sulla conformità della costruzione al Piano Regolatore. Li sottoposero al Comune. Presentò un’interrogazione anche il consigliere Marco Marocco, che certo non aveva nulla contro gli scout. Voleva solo conoscere se il Piano Regolatore permetteva la costruzione di quella casa. Il Parco Mauriziano fa infatti parte delle “Aree per spazi pubblici a parco per il gioco e lo sport “V”. Nelle quali “non sono consentite altre destinazioni, se non l’eventuale residenza del personale di custodia e le attrezzature necessarie per il funzionamento dei servizi consentiti”. La casa scout era la residenza del custode?
6. Nella delibera della giunta comunale del 2008, che assegna in concessione la casa a CNGEI e approva il contratto (poi rinnovato per gli anni 2014-2019), è scritto che il canone mensile viene ridotto in considerazione delle “finalità sociali” dell’associazione. Ma si tratta di intenderci sull’espressione “finalità sociali”. Ci sono associazioni i cui membri svolgono attività “sociale” a vantaggio degli altri, come la Caritas, la Samco, “Punto a capo”, e tante altre. Gli scout CNGEI invece lavorano per se stessi, a vantaggio di se stessi. Un’opera preziosa per bambini e adolescenti, e i genitori vanno ammirati per l’impegno. Ma lo fanno per i figli loro, non per tutti. Potremmo forse considerare CNGEI come una scuola privata, o un doposcuola privato, o un’istituzione educativa privata di altro tipo. Nella quale entrano solo le famiglie che possono permetterselo. Su fb un genitore scout ha però voluto precisare che le famiglie meno abbienti pagano solo metà della quota di iscrizione e che l’associazione contribuisce alla spesa delle gite.
7. Nel “contratto di concessione in uso” sottoscritto dal Comune e da CNGEI si legge: “l’Associazione dovrà assicurare il necessario presidio di tutto il Parco Mauriziano, assicurando la vigilanza del patrimonio naturale di flora e fauna ivi presente e segnalando prontamente all’Amministrazione casi ed episodi di degrado e danno ambientale”. In proposito “l’Associazione si impegna inoltre a redigere una relazione annuale da consegnare all’Amministrazione entro il mese di Ottobre relativa alle attività compiute e al presidio attuato all’interno del Parco”. Gli scout adempiono questi impegni?
Personalmente ritengo che abbia poco senso esigere dagli scout queste prestazioni. L’attività pedagogica verso bambini e ragazzi è già abbastanza impegnativa. Non c’è molto tempo per altro. Forse l’amministrazione ha inserito quegli impegni per mostrare che non faceva un “regalo” agli scout e che esigeva da loro delle contropartite.
8. Come se non bastasse, nel Piano Regolatore troviamo anche la chicca “cementificatoria”. Nelle aree come il Parco Mauriziano che ricadono nelle aree Aree per spazi pubblici a parco per il gioco e lo sport “V” è consentito un “rapporto di copertura (R.C.)… uguale al 25% dell’area del lotto, mentre la superficie minima a verde permeabile in nessun caso potrà essere inferiore al 40% dell’area del lotto vincolato a verde”. Vuol dire che il Parco Mauriziano potrebbe essere asfaltato per il 60% della sua superficie, e il 25% coperto da edifici?
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.